Sono caduta, aiutami per favore, ti prego perdonami: la tragica storia di Marta Maria morta di stenti a Ischia; il compagno resta in carcere

Marta Maria, trovata senza vita a Ischia, lascia messaggi strazianti. Il compagno resta in carcere. Un dramma che colpisce profondamente. 🥀💔

A cura di Redazione
17 luglio 2024 17:37
Sono caduta, aiutami per favore, ti prego perdonami: la tragica storia di Marta Maria morta di stenti a Ischia; il compagno resta in carcere
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Marta Maria Morta di Stenti a Ischia: Il Compagno Resta in Carcere

NAPOLI – Una tragedia di violenza domestica e abbandono ha scosso l’isola di Ischia, dove Marta Maria Ohryzko, una 33enne di origini ucraine, è stata trovata morta ai piedi di un dirupo in localitĂ  Vatoliere, a Barano d’Ischia.

Secondo le indagini condotte dai carabinieri su incarico della Procura di Napoli, Marta Maria è morta di stenti dopo una lunga agonia. La donna, caduta in un dirupo di circa due metri, ha inviato numerose richieste di aiuto al suo compagno, Ilia Batrakov, che però ha ignorato tutti i suoi messaggi e le sue telefonate.

Un Contesto di Violenza e Abusi

L’indagine ha rivelato un quadro di violenze e vessazioni sistematiche subite da Marta Maria negli ultimi due anni. La vittima, che non era mai riuscita a sottrarsi a un compagno violento, aveva subito abusi fisici e, psicologici da parte di Batrakov. Quest’ultimo, un 40enne di origini russe, è stato arrestato e trasferito in carcere con un decreto di fermo emesso dal Pubblico Ministero Alfredo Gagliardi e convalidato dal Gip.

Ignorata nella Sua Disperazione

Batrakov avrebbe deliberatamente ignorato le richieste di aiuto di Marta Maria. La notte del 13 luglio, dopo aver visto la sua compagna ferita nel dirupo, l’ha lasciata lì, affermando che avrebbe dovuto passare la notte all’aperto. Tornato nella loro roulotte, l’uomo è andato a dormire. Solo il mattino seguente, dopo aver comprato le sigarette, si è recato nuovamente sul posto, trovando Marta senza vita. Ha poi chiamato la sorella della vittima e successivamente i carabinieri.

Messaggi di Angoscia

La disperazione di Marta Maria si riflette nei messaggi inviati tramite WhatsApp: “Sono caduta”, “Aiutami per favore”, “Perdonami”. Questi appelli, inviati nel pomeriggio di sabato 13 luglio, non hanno ricevuto alcuna risposta. Batrakov ha ammesso agli inquirenti di aver ignorato volutamente i messaggi poiché voleva che la loro relazione finisse e perché era arrabbiato con la donna.

Due Anni di Maltrattamenti

Le indagini hanno rivelato che Marta subiva abusi e maltrattamenti giĂ  da due anni. La donna era stata piĂą volte aggredita, minacciata di morte, e in un’occasione spinta verso un fuoco acceso. Il compagno l’aveva isolata dai suoi familiari e impedito alla sorella di Marta di sostenerla, persino bloccandola quando tentava di accompagnarla al centro di salute mentale dove la vittima era in cura.

Le Accuse e la Custodia Cautelare

Ilia Batrakov è ora indagato per maltrattamenti aggravati dalla presenza di problematiche psichiatriche e crudeltĂ . Le indagini, condotte dalla IV Sezione Tutela delle fasce deboli della popolazione, hanno portato all’emissione del decreto di fermo. Batrakov, giĂ  noto alle forze dell’ordine per i suoi comportamenti violenti, dovrĂ  rispondere del reato di maltrattamenti familiari aggravati dall’evento della morte di Marta.

Le prove raccolte dai carabinieri includono svariati referti medici che documentano le lesioni riportate dalla vittima nel corso degli anni. Marta, però, aveva sempre scelto di restare in silenzio davanti agli inquirenti per paura di ritorsioni o nella speranza di una riconciliazione.

Custodia Cautelare in Carcere

Ora, Ilia Batrakov si trova nella casa circondariale di Poggioreale a Napoli, in attesa di ulteriori sviluppi giudiziari. Le accuse sollevate nei suoi confronti delineano un quadro cupo e tragico di maltrattamenti familiari che, se confermati, sottolineano l’urgenza di interventi piĂą rigidi per la tutela delle vittime di violenza domestica.

âś… Fact Check FONTE VERIFICATA

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