Tragedia a Pesaro, i tre figli di Ana Cristina raccontano il dramma che hanno vissuto.
Tre figli di Ana Cristina raccontano la tragica esperienza vissuta nel femminicidio di Pesaro. Un dramma che non deve essere dimenticato. 💔👶

Femminicidio a Pesaro: Ascoltati i Figli di Ana Cristina, Testimoni di un Tragedia Ineffabile
PESARO – Una tragedia familiare ha scosso la comunità di Colli al Metauro, in provincia di Pesaro, dove un femminicidio ha lasciato una famiglia distrutta e tre bambini traumatizzati. I tre figli di Ana Cristina Duarte Correia, di soli 38 anni, sono stati ascoltati in modalità protetta dopo aver assistito all’orrendo delitto commesso dal padre, Ezio di Levriano, di 54 anni. La notte tra il 6 e il 7 settembre scorso, mentre il padre si scagliava contro la madre con un coltello, il figlio maggiore, di 14 anni, ha tentato di proteggere i fratellini di 6 e 12 anni, correndo in cerca di aiuto.
"Si è precipitato in strada e ha chiesto aiuto ai vicini per la madre, ferita gravemente", hanno raccontato i testimoni, descrivendo il ragazzino come un vero e proprio eroe. Purtroppo, Ana Cristina non è sopravvissuta; è morta in ospedale dopo essere stata colpita da cinque coltellate mortali.
Le condizioni di Ezio di Levriano sono attualmente sotto controllo, dopo la sua cattura avvenuta nei pressi di un campo sportivo poco distante dalla scena del crimine. È stato arrestato e accusato di omicidio volontario aggravato, e oggi sarà interrogato dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Pesaro.
Le testimonianze raccolte dai vicini rivelano un quadro inquietante: "La coppia litigava frequentemente e il loro rapporto era noto per essere burrascoso". Ana Cristina era già fuggita da casa in passato a causa dei maltrattamenti, ma aveva deciso di tornare, innescando l’ennesimo conflitto culminato nella tragedia.
La sofferenza dei bambini: Al momento, i tre fratelli si trovano dai nonni paterni, in attesa che venga presa una decisione sulla loro custodia, che potrebbe portare alla loro collocazione in una casa famiglia. Queste dinamiche familiari si aggiungono a un contesto già fragile e segnato dalla violenza.
Uno degli aspetti più inquietanti di questa vicenda è il fatto che le Forze dell’Ordine erano a conoscenza della situazione, avendo ricevuto segnalazioni di maltrattamenti da parte di Ana Cristina, che però non aveva mai sporto denuncia ufficiale. "Una situazione già compromessa e nota alla comunità", hanno dichiarato i vicini, sottolineando quanto fosse difficile per la donna liberarsi da una relazione tossica.
La tragica morte di Ana Cristina non è solo un episodio isolato, ma rappresenta l’ennesimo triste capitolo di violenza di genere che colpisce l’Italia. La questione del femminicidio rimane al centro del dibattito pubblico, con richieste sempre più pressanti di misure efficaci per proteggere le vittime e punire i carnefici.
Questa storia, drammatica e straziante, ha suscitato un’ondata di emozioni e riflessioni in tutta la comunità. Mentre le indagini continuano e i bambini cercano di comprendere il significato di quanto accaduto, la speranza è che non si perda di vista l’importanza di affrontare il fenomeno della violenza contro le donne, affinché tragedie come questa non si ripetano mai più.