Violenza sessuale in Sudan: un'arma devastante in guerra
Scopri come la violenza sessuale viene utilizzata come arma di guerra in Sudan, compromettendo vite e diritti. Unisciti alla lotta! 💔✊
La Violenza Sessuale come Arma di Guerra in Sudan: L’Allerta dell’ONU
L’alta commissaria Onu per i Diritti umani, Nada Al-Nashif, ha lanciato un allarme preoccupante durante la 57esima sessione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite a Ginevra. Secondo le sue dichiarazioni, la violenza sessuale viene utilizzata in Sudan fin dall’inizio del conflitto come arma di guerra, un fatto che rappresenta una grave violazione del diritto internazionale.
Da aprile 2023, il Sudan è sconvolto da una guerra civile tra l’esercito e le Forze di supporto rapido (Rsf), provocando un clima di insicurezza e terrore, in particolare nelle aree di Khartoum e Darfur. Al-Nashif ha rivelato che sono stati documentati 97 incidenti che hanno coinvolto 172 vittime, principalmente donne e ragazze. Tuttavia, questo numero è considerato una gravissima sottovalutazione dell’entità della crisi, evidenziando l’urgenza di una risposta internazionale.
In risposta a questa situazione allarmante, gli esperti di diritti umani sostenuti dall’Onu hanno esortato la creazione di una “forza indipendente e imparziale” per proteggere i civili coinvolti nel conflitto. Hanno denunciato la commissione di crimini di guerra da entrambe le parti del conflitto, che includono omicidi, mutilazioni e torture.
Il rapporto rivela anche l’ombra di “governi stranieri” che finanziano e forniscono armi ai belligeranti, rendendosi complici dei crimini perpetrati in Sudan. Pertanto, è stata avanzata la richiesta di estendere l’embargo sulle armi, attualmente in vigore solo per il Darfur, a tutte le altre regioni del paese.
I recenti eventi indicano che la crisi in Sudan non mostra segni di attenuazione. Secondo quanto riporta il Guardian, sui social media stanno circolando immagini e video, condivisi dalle stesse forze paramilitari, che documentano atti di violenza contro i civili, incendi di abitazioni e torture inflitte a prigionieri. La veridicità di tali contenuti è stata confermata dal Centre for Information Resilience (Cir), aprendo la porta a possibili procedimenti legali per crimini di guerra.
Di fronte a tale essa devastante, la comunità internazionale è chiamata a reagire. La violazione dei diritti umani e l’impunità per tali atti atroci non possono continuare a essere tollerate. Il richiamo dell’ONU è chiaro: è necessaria mobilitazione e azione immediata per porre fine a questa ondata di violenza e riportare la speranza in un paese lacerato dalla guerra.