Aggressione in Libano | Come un incidente tragico ha sconvolto una troupe di giornalisti!
Tensione in Libano: la troupe del Tg3 aggredita durante un reportage. Tragico il decesso dell'autista. Scopri di più su questa drammatica vicenda 📹🇱🇧💔
Aggressione in Libano: Morto l’autista della troupe del Tg3
In una drammatica vicenda, la troupe del Tg3, guidata dall’inviata Lucia Goracci, è stata oggetto di un’aggressione da parte di un commando armato mentre documentava la situazione nella regione settentrionale di Sidone, vicino al confine con Israele. L’incidente, riportato in diretta dalla Goracci, ha avuto esiti tragici, con il decesso dell’autista locale Ahmad, colpito da un infarto durante l’aggressione.
L’inviata ha raccontato come, dopo una prima interazione pacifica con la gente del villaggio di Jiyeh, la situazione sia rapidamente degenerata. Un uomo ha tentato di strappare la telecamera al cameraman Marco Nicois, e questo gesto ha dato inizio a una serie di attacchi che hanno culminato con il furto delle chiavi dell’auto da parte di un aggressore, nonostante i tentativi di Ahmad di proteggere la troupe.
La testimonianza di Goracci è agghiacciante: “Quando ci siamo accorti del pericolo, abbiamo cercato di allontanarci, ma ci hanno inseguito.” La situazione si è fatta drammatica quando, dopo aver fermato l’auto a un distributore di benzina, gli aggressori hanno intensificato l’assalto, portando Ahmad a perdere conoscenza. Trasportato d’urgenza in ospedale, è stato dichiarato morto malgrado i tentativi di rianimazione.
Ahmad, un collaboratore di lunga data della Rai a Beirut, era descritto da Goracci come una persona "buona e pacata". La giornalista ha condiviso il dolore per la perdita, sottolineando la profondità umana e la dolcezza dell’autista scomparso.
La troupe stava documentando l’impatto di recenti bombardamenti, quando si è trovata in una situazione di estremo pericolo. La notizia dell’aggressione ha suscitato preoccupazione tra le autorità e i media italiani, sollevando interrogativi sulla sicurezza dei giornalisti in zona e sulle dinamiche politiche in un area già teatra di intensi conflitti.
L’episodio mette in luce non solo il rischio cui sono sottoposti i giornalisti in contesti di guerra e tensione, ma anche la fragile umanità che può venire a mancare in questi frangenti violenti. La comunità giornalistica internazionale osserva con ansia, mentre si attende nei prossimi giorni una reazione dalle autorità libanesi e dall’alleanza militare di Hezbollah, del cui coinvolgimento è stata segnalata la presenza al momento dell’aggressione.
La tragedia di Ahmad e l’aggressione alla troupe del Tg3 rappresentano un monito della necessità di proteggere il diritto all’informazione, essenziale in scenari complessi come quello libanese.