Chiara Ferragni sotto inchiesta per truffa | Scopri come 290 mila consumatori potrebbero essere rimborsati!
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Chiara Ferragni sotto accusa per truffa: coinvolti anche altri tre indagati
Milano è al centro di uno scandalo che coinvolge la celebre influencer Chiara Ferragni, accusata di truffa continuata e aggravata in relazione a operazioni commerciali legate a prodotti natalizi e pasquali. L’indagine, condotta dalla Procura di Milano e dalla Guardia di Finanza, ha portato alla conclusione delle indagini preliminari nei confronti di Ferragni, insieme a Fabio D’Amato, Alessandra Balocco e Francesco Cannillo.
Le accuse si concentrano sulla campagna di marketing del “Pandoro Balocco Pink Christmas, Limited Edition Chiara Ferragni” e delle “Uova di Pasqua Chiara Ferragni – sosteniamo i Bambini delle Fate”. Secondo gli inquirenti, l’influencer avrebbe messo in atto una strategia volta ad ingannare i consumatori, generando un profitto illecito di 2,2 milioni di euro.
Le dichiarazioni degli avvocati di Ferragni
In risposta alle accuse, gli avvocati di Chiara Ferragni hanno effettuato una dichiarazione forte: “Riteniamo che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale. Avvieremo al più presto un confronto con i pubblici ministeri e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda”. Gli avvocati sostengono che i profili controversi legati all’inchiesta siano già stati affrontati e risolti in sede di Agcom, esprimendo fiducia nel lavoro della magistratura.
Rimborsi ai consumatori per 1,65 milioni di euro?
L’inchiesta ha attirato l’attenzione del Codacons, che ha annunciato che la chiusura dell’indagine potrebbe segnare l’inizio di rimborsi per circa 290.000 consumatori che hanno acquistato il pandoro “Pink Christmas”. Il Codacons aveva già denunciato la vicenda, da cui era scaturita sia una sanzione dell’Antitrust che l’indagine della Procura.
In caso di un processo, Ferragni potrebbe essere tenuta a restituire 1,65 milioni di euro agli acquirenti del prodotto. Questa cifra è calcolata sulla base della differenza di prezzo tra il pandoro normale e quello griffato, lasciando presupporre che il surplus fosse destinato a finalità benefiche.
La reazione del pubblico e le prospettive future
L’eco dello scandalo ha già generato una mobilitazione tra i consumatori, molti dei quali hanno già presentato formali atti di costituzione di parte offesa nell’indagine. Il Codacons invita i diritti interessati a farsi avanti per chiedere eventuali rimborsi, creando un canale per ottenere informazioni e assistenza attraverso il loro sito ufficiale.
L’attenzione è ora rivolta verso le prossime mosse legali di Ferragni e degli altri indagati, mentre migliaia di consumatori si preparano a fare sentire la propria voce in questo intricato caso che ha tutti gli elementi per diventare non solo un grande processo legale, ma anche un caso emblematico nel mondo dell’influencer marketing.