Migranti respinti in Albania: ora devono tornare in Italia | La verità nascosta sulle condizioni nei centri d'accoglienza!
Giudice respinge asilo a 12 migranti in Albania, ordinando il rimpatrio in Italia. Accuse di procedure rapide e mancanza di diritti. 🚢⚖️✈️
Respinta la Richiesta d’Asilo per 12 Migranti: Il Tribunale Ordina il Ritorno in Italia
GJADER (Albania) – Un’importante sentenza ha appena colpito il centro di accoglienza italiano a Gjader, dove i giudici hanno respinto la richiesta d’asilo presentata da 12 migranti provenienti da Egitto e Bangladesh. Secondo la decisione della corte di Roma, questi migranti “devono tornare in Italia”, dato che la mancata convalida dei loro trattenimenti nelle strutture albanesi non consente la loro permanenza in condizioni che il tribunale ha ritenuto non sicure.
Le motivazioni del giudice, espresse nella nota firmata dalla presidente della sezione per i diritti della persona e immigrazione, Luciana Sangiovanni, indicano chiaramente che “non è possibile riconoscere come ‘Paesi sicuri’ gli Stati di provenienza dei migranti”. Questa affermazione giuridica si fonda su principi già stabiliti dalla Corte europea, che ha recentemente chiarito le procedure relative ai diritti dei richiedenti asilo.
Secondo quanto riferito, la mancata convalida implica che i migranti dovrebbero essere rimessi in libertà, portandoli così a rientrare in Italia. Intanto, davanti al centro di Gjader, è arrivato un pullman, presumibilmente destinato al trasferimento di altre persone.
Le Reazioni degli Esponenti Politici
Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico e parte della missione di monitoraggio sul campo, ha sottolineato l’eccezionalità di questa decisione. “Una rapidità delle procedure inedita e forse che non vedremo più; noi resteremo qui ad aspettare la seconda decisione e a vigilare il destino di questi 12 ragazzi,” ha dichiarato Scarpa, evidenziando le problematiche riguardanti i migranti.
Le Motivazioni della Sentenza
Uno dei punti chiave nella motivazione del rigetto della richiesta di asilo potrebbe risiedere nel fatto che i migranti provengono da Paesi considerati “sicuri” dall’Italia. Tuttavia, la deputata ha insistito che “la Corte di giustizia europea ha stabilito che il rimpatrio va valutato caso per caso”, aprendo un dibattito su quello che realmente possa essere considerato un Paese sicuro.
Riferendosi a un giovane migrante che ha denunciato di essere fuggito dal servizio militare obbligatorio in Egitto, Scarpa ha, quindi, messo in discussione questa classificazione. La fretta nella procedura ha sollevato preoccupazioni anche tra altri membri del Tavolo asilo e immigrazione, i quali hanno espresso dubbi sulla professionalità e sull’umanità delle condizioni in cui si trovano i migranti.
Critiche alle Procedure e alla Selezione dei Migranti
Francesca Ghirra di Alleanza Verdi e Sinistra e Tommaso Notarianni del Tavolo asilo e immigrazione hanno condiviso le preoccupazioni di Scarpa. “La velocità e la fretta nella procedura accelerata sulle richieste d’asilo è sospetta e non è compatibile con la sentenza della Corte,” hanno affermato, evidenziando che i migranti avevano già subito un anno di detenzioni in condizioni terribili in Libia.
“Sono atti molto gravi. I nostri avvocati presenteranno dei ricorsi," ha concluso Notarianni, sottolineando l’importanza di garantire diritti e giustizia a chi si trova in situazioni tanto vulnerabili e complesse.
In conclusione, la decisione del tribunale di Roma non solo ripropone sfide significative per i migranti coinvolti, ma solleva interrogativi cruciali sulla gestione delle politiche d’asilo e sulla dignità delle persone in fuga da condizioni di vita insostenibili. La vicenda continua a evolversi e rimane sotto stretto monitoraggio sia da parte delle autorità che delle organizzazioni per i diritti umani.