Raid in Libano | Perché il mondo ignora il grido di aiuto di chi vive in prima linea?
Israele intensifica i raid in Libano, con una nuova vittima di Hezbollah. Unifil invoca la pace per fermare il catastrofico bilancio umanitario. ⚔️✌️
In Libano ancora raid di Israele: appello di Unifil per negoziati urgenti
Roma – Beirut, Baalbek, Tiro – La situazione in Libano continua a deteriorarsi con intensi bombardamenti dell’esercito israeliano, che ieri ha rivendicato l’uccisione di un alto comandante di Hezbollah. Il comandante Suhail Hussein Husseini è stato descritto come una figura chiave nel coordinamento della fornitura di armi dall’Iran al gruppo militante libanese.
In risposta, Hezbollah ha dichiarato di avere colpito una base dei servizi di intelligence israeliani situata vicino Tel Aviv, sostenendo che il raid ha avuto come obiettivo uno dei centri operativi del Mossad, il noto servizio di intelligence israeliano. Le tensioni tra le due fazioni non accennano a placarsi, con entrambe le parti che continuano a scambiarsi attacchi.
Nel contesto di questa escalation, l’Ufficio per il coordinamento delle Nazioni Unite in Libano e la missione di caschi blu Unifil hanno lanciato un appello per una “soluzione negoziata”. La nota congiunta, firmata da Jeanine Hennis-Plasschaert e dal tenente generale Aroldo Lazaro, avverte che “è tempo di agire” per restituire sicurezza e stabilità alle popolazioni dei due lati del confine. “Troppe vite sono state perse e devastate” si legge nel comunicato, sottolineando che la crisi umanitaria ha ormai raggiunto livelli catastrofici.
Secondo le autorità libanesi, la violenza ha già causato la morte di 2.083 persone e 9.896 feriti dall’inizio delle ostilità, esplose un anno fa in seguito a un’operazione militare di Hamas nel sud di Israele. Nella sola giornata di ieri, i bombardamenti israeliani hanno provocato 21 morti e 91 feriti nei governatorati del Monte Libano, di Nabatieh e nel sud del Paese.
Mentre gli aerei da guerra israeliani sorvolano Beirut infrangendo la barriera del suono, la situazione nella Striscia di Gaza non è meno drammatica. Le autorità sanitarie segnalano un incremento dei morti, portando il totale a trenta per un singolo raid aereo contro un campo profughi nel nord del territorio.
Il momento è critico: le richieste di pace e negoziato si fanno sempre più pressanti, ma le violenze continuano a mettere a rischio la vita civili innocenti e a minare la stabilità dell’intera regione.