Thom Yorke abbandona il palco contro un contestatore | È giusto condannare gli artisti per le loro scelte musicali?

Thom Yorke interrompe il concerto a Melbourne dopo le contestazioni su Israele e Gaza. Un momento di tensione che accende il dibattito! 🎤✊🌍

A cura di Redazione
31 ottobre 2024 17:52
Thom Yorke abbandona il palco contro un contestatore | È giusto condannare gli artisti per le loro scelte musicali?
Condividi

Thom Yorke abbandona il palco a Melbourne a causa di una contestazione pro Palestina

Roma – 31 ottobre 2024 – Durante un concerto da solista tenutosi al Sidney Myer Music Bowl di Melbourne, Thom Yorke, frontman dei Radiohead, ha lasciato il palco in seguito a una contestazione da parte di un manifestante pro Palestina. Il fatto è avvenuto mentre il cantante stava chiudendo il suo spettacolo, parte del tour “Everything”.

La contestazione si è innescata quando un membro del pubblico ha urlato contro l’artista, menzionando il “genocidio israeliano di Gaza”. Questo richiamo si riferisce alla controversa decisione della band di esibirsi in Israele nel 2017, una scelta che continua a suscitare animosità tra i sostenitori della causa palestinese.

Reagendo alla provocazione, Yorke ha invitato il contestatore a salire sul palco per esprimere le proprie opinioni. “Sali qui e dillo”, ha esortato Yorke, “vuoi mandare all’aria la serata di tutti?”. Il manifestante ha replicato con una domanda incisiva: “Quanti bambini morti ci vorranno per condannare il genocidio a Gaza?” Questa intensa interazione ha spinto il cantautore a posare la chitarra e allontanarsi dal palco, lasciando il pubblico in silenzio.

Tuttavia, dopo un breve intervallo, Yorke è tornato per eseguire l’ultima canzone del concerto, mostrando così la sua determinazione a portare a termine l’esibizione.

In passato, Thom Yorke aveva già affrontato le critiche riguardo alla sua decisione di esibirsi in Israele. In un post sui social, aveva chiarito le sue posizioni, affermando: “Suonare in un paese non è la stessa cosa che sostenere il governo.” Ritornando sull’argomento, Yorke aveva sottolineato la sua esperienza di esibizione in diversi contesti politici, confrontando gli Stati Uniti e Israele, e dichiarando che non sosteneva Netanyahu più di quanto non sostenesse Trump.

La polemica legata alla scelta di suonare in Israele continua a essere un tema divisivo per artisti e fan, evidenziando le complessità del sostegno artistico in relazione a conflitti geopolitici. La reazione di Yorke e la sua risposta diretta al contestatore mettono in luce le tensioni in corso e le sfide affrontate dagli artisti in un clima di crescente attivismo politico.

✅ Fact Check FONTE VERIFICATA

Ti è piaciuto questo articolo? Seguici...

Via Newsletter

Niente spam, solo notizie interessanti. Proseguendo accetti la Privacy Policy.

Sui Canali Social