Tribunale ferma la serie su Avetrana | È davvero questo il prezzo da pagare per la libertà di espressione?
Stop alla serie "Avetrana – Qui non è Hollywood": Anica e Apa protestano contro la decisione del Tribunale di Taranto. Cosa succederà? 🎬⚖️
Blocco della serie su Avetrana: Groenlandia e Disney fanno ricorso contro la decisione del Tribunale di Taranto
Roma, 24 ottobre 2024 – La serie intitolata “Avetrana – Qui non è Hollywood”, progettata per fare il proprio debutto su Disney Plus il 25 ottobre, subirà un inatteso rinvio a causa di un provvedimento del Tribunale di Taranto. Le società produttrici Groenlandia e Disney hanno annunciato l’intenzione di ricorrere contro la decisione, che hanno definito sorprendente e priva di contraddittorio tra le parti.
Il progetto, già al centro di un acceso dibattito pubblico, ripercorre il tragico caso di Sarah Scazzi, una giovane vittima di un delitto che ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana nel 2010. La serie si propone di narrare non solo la storia di Sarah, ma anche l’enorme attenzione mediatica che il suo caso ha suscitato, creando un racconto multivocale che coinvolge i principali protagonisti della vicenda.
Il contesto controverso della serie
Il titolo della serie, che include la frase “Qui non è Hollywood”, fa riferimento alla folla di giornalisti accorsi davanti alla casa della famiglia Misseri durante le indagini. Questo elemento ha attirato l’attenzione anche del sindaco di Avetrana, che ha chiesto un cambio di titolo e la sospensione della messa in onda, contribuendo così alla scelta del Tribunale.
Una decisione che solleva interrogativi sulla libertà di espressione
A seguito della sospensione cautelare, Anica e Apa, le associazioni di categoria delle imprese cinematografiche, hanno espresso preoccupazione per questo precedente che giudicano una grave lesione della libertà di espressione. Chiara Sbarigia, presidente di Apa, ha sottolineato: “Il blocco preventivo della serie appare come una grave lesione di quel principio di libertà di espressione chiaramente tutelato anche a livello costituzionale”.
Benedetto Habib, presidente dell’Unione Produttori di Anica, ha aggiunto: "Obbligare le opere audiovisive a non fare riferimenti alla cronaca e alla realtà è un pericoloso precedente." La necessità di raccontare fatti di risonanza pubblica e di esplorare la realtà attraverso il cinema è considerata cruciale, in quanto stimola una riflessione critica nel pubblico.
Le implicazioni future per il settore audiovisivo
Questa vicenda segna un punto cruciale non solo per il destino della serie su Avetrana, ma anche per la libertà di espressione nel panorama audiovisivo italiano. Con le due società pronte a difendere le proprie ragioni in sede legale, l’attenzione rimane puntata su quale sarà l’esito di questo confronto giuridico e su come potrebbe influenzare produzioni future che intendono trattare eventi realmente accaduti.
La serie “Avetrana – Qui non è Hollywood” rappresenta, pertanto, una sfida tanto per i produttori quanto per le istituzioni giuridiche, un’occasione per riflettere sull’interazione tra arte, cronaca e diritti fondamentali.