Cinqucento rifugiati in una basilica di Gaza | La drammatica richiesta di un parcheggio umanitario nel cuore del conflitto!
Nel cuore di Gaza, padre Romanelli chiede un cessate il fuoco urgente per le 500 persone rifugiate nella basilica. La pace è fondamentale! 🕊️🙏💔
Nel Cuore di Gaza City: La Struggente Situazione delle 500 Persone Rifugiate nella Basilica di Padre Romanelli
Gaza City, 11 novembre 2024 – Cinquecento persone vivono oggi in condizioni di estrema precarietà presso la basilica di padre Gabriel Romanelli, un luogo che, da oltre un anno, è diventato rifugio e casa per molti. Accucciate e distese per terra, queste persone sopravvivono in ogni angolo del complesso, mettendo in luce le terribili conseguenze del conflitto che infuria ormai da più di 400 giorni.
Padre Romanelli, missionario argentino del Verbo Divino e parroco della Sacra Famiglia, ha dichiarato: “Dormono, vivono, esistono” in un contesto caratterizzato da continui bombardamenti e dal suono degli ordini di evacuazione che risuonano nella cittĂ . La sua testimonianza, raccolta dall’agenzia Dire, offre uno spaccato drammatico della vita a Gaza in questo periodo di crisi.
“Continuiamo a cercare di proteggerle”, ha continuato il parroco, riferendosi alle famiglie che si trovano nella basilica e che, tra gli altri, includono piĂą di 50 bambini, persone con disabilitĂ e anziani. La direttrice dell’allocazione dei rifugi continua a essere complicata dall’impossibilitĂ di lasciare il territorio, con il confine con l’Egitto rimasto chiuso.
I raid aerei condotti da Israele, mirati contro l’organizzazione palestinese Hamas, non sembrano avere fine. “L’ultimo ordine di evacuazione ha riguardato un quartiere situato a soli quattro chilometri dalla basilica”, ha avvertito padre Romanelli, evidenziando la precarietĂ della situazione.
In questo contesto, il parroco lancia un appello accorato: “A tutti chiediamo di pregare e invocare il miracolo della pace per la Palestina e per Israele.” Oltre alla richiesta di pace, egli sottolinea l’urgenza di un cessate il fuoco, definendolo “urgente, anzi urgentissimo”, ed evidenzia la necessitĂ di liberare gli ostaggi e garantire le cure per le migliaia di feriti, tra cui molti bambini.
La mancanza di accesso a servizi sanitari rappresenta un ulteriore gravissimo problema. “Cure spesso impossibili oggi a Gaza, dove anche gli ospedali sono stati bombardati”, ha aggiunto padre Romanelli. La situazione è insostenibile e le ferite aperte da questo conflitto continuano a crescere con ogni giorno che passa.
In particolare, le aree settentrionali di Gaza, come Jabalia, Beit Lahiya e Biet Hanoun, sono al centro di un’intensificazione offensiva, dove gli scontri e i bombardamenti stanno arrecando danni catastrofici. Solo nelle ultime ore, un attacco ha provocato almeno 36 morti, tra cui donne e bambini, sottolineando la devastazione di un conflitto che sembra non aver fine.
“La gente è sfinita”, ha concluso padre Romanelli. Un grido disperato che racchiude le sofferenze quotidiane di centinaia di persone intrappolate nella spirale di violenza e guerra. “Servono aiuti umanitari, perchĂ© ogni giorno di guerra in piĂą aggrava le ferite in questo lembo di Terrasanta”. Il futuro di Gaza rimane incerto, ma l’appello alla pace e alla solidarietĂ continua a risuonare forte tra le macerie di un conflitto mai dimenticato.