M5S in crisi | È davvero Di Battista l'unica speranza di risollevare il movimento?
27 ore di dibattiti nel M5S mettono in luce speranze e tensioni. Di Battista protagonista per un nuovo entusiasmo. Scopri le proposte! 🌟🗣️
M5S in crisi: il grido d’allerta di militanti e attivisti durante le 27 ore di agorà
ROMA – Si è conclusa da poco una maratona di 27 ore di dibattiti online, durante la quale quasi 600 interventi hanno messo in luce i malumori e le proposte dei militanti del Movimento 5 Stelle (M5S). Questo evento ha rivelato un clima di insoddisfazione e confusione all’interno del partito, mentre si avvicina un momento cruciale per la sua ristrutturazione.
“Conte ci sta spostando troppo a sinistra, via Conte”, è l’affermazione di Nuccio Di Paola, che sintetizza un sentiment diffuso tra i partecipanti. Infatti, diversi interventi hanno messo in discussione la leadership dell’attuale presidente Giuseppe Conte, accusato di orientare il Movimento verso posizioni politiche lontane dalle origini grilline.
La frustrazione è palpabile, con Virginia Farruggia che grida: “Grillo ci tiene in ostaggio: salvateci”. In un momento in cui i militanti si sentono disorientati, qualcuno propone un ritorno al passato, evocando i giorni del famoso “vaffa” e chiedendo un “ritorno alla fisicità” attraverso modalità di voto più dirette, come i gazebo. Manuel Caruso da Ferentino sostiene, infatti, che “la gente vuole un ritorno alla fisicità” per riconnettersi con la base.
In questo turbinio di opinioni, si alza però un coro di richieste di cambiamento e rinnovamento. Antonio Russolillo propone persino di aggiornare il simbolo del Movimento, suggerendo l’inserimento di un “bordo tricolore” e un’“araba fenice”, simbolo di rinascita. Ma chi potrà riportare entusiasmo nel Movimento? La risposta sembra univoca: “L’unico che può riportare entusiasmo è Alessandro Di Battista”.
Un’altra questione focale emersa durante le agorà riguarda il ruolo del garante Beppe Grillo. Le opinioni sono divergenti: mentre qualcuno chiede di ridimensionarne il potere, altri, come Danilo Di Guida, avvertono che “eliminare la figura del garante è un errore” e che è fondamentale preservare le radici del Movimento.
“Abbiamo bisogno di cambiare, evolvere”, ripetono molti militanti, chiedendo anche un supporto economico per i gruppi territoriali e critiche all’attuale gestione interna. Francesco Ruggieri è tra i più espliciti nel ritenere che il Movimento sia “il simulacro patetico di ciò che è stato”, affermando che “Conte e Taverna vadano a farsi il loro partito da un’altra parte”.
Il dibattito si è chiuso con un appello a Di Battista, che simboleggia un desiderio di ritorno all’entusiasmo e alla partecipazione attiva che hanno caratterizzato le origini del Movimento. “Torna Ale, ‘sta casa aspetta a te”, è stato il messaggio riassuntivo di una maratona che ha messo in luce sia le fragilità che le attese di un Movimento in cerca di un nuovo corso.