Una consigliera racconta la sua violenza a 12 anni | Perché la nostra società continua a ignorare queste storie?

Testimonianza choc in Consiglio a Genova: Francesca Ghio racconta la sua storia di violenza. Un appello a rompere il silenzio! 💔✊

A cura di Redazione
26 novembre 2024 17:58
Una consigliera racconta la sua violenza a 12 anni | Perché la nostra società continua a ignorare queste storie?
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“Io violentata in casa a 12 anni”: la testimonianza scioccante di una consigliera comunale a Genova

GENOVA – Ieri, durante una seduta del Consiglio comunale, la consigliera di minoranza Francesca Ghio ha condiviso una testimonianza straziante che ha colpito profondamente tutti i presenti. La sua voce tremante ha raccontato una storia di violenza subita in età giovanile, un’esperienza che l’ha segnata per tutta la vita.

“Avevo 12 anni, vivevo nel cuore della Genova bene”, ha esordito Ghio. Raccontando la sua esperienza, ha descritto come un uomo di fiducia si fosse trasformato in un oppressore, infliggendole violenze fisiche e psicologiche tra le mura domestiche. La violenza è durata mesi, mentre la giovane Francesca si trovava in un stato di totale impotenza. “Lui avrebbe dovuto essere un esempio, invece era un mostro”, ha affermato, sottolineando la dissonanza tra le apparenze e la realtà di chi perpetrava tali atrocità.

La consigliera ha posto un forte accento sull’isolamento delle vittime e sulla mancanza di dialogo. “A scuola si studiavano cose lontane dalla realtà emotiva, come Napoleone Bonaparte, mentre la mia vita era dilaniata da una violenza inaccettabile”, ha spiegato. I traumi subiti l’hanno portata a colpevolizzarsi, a sentirsi intrappolata, senza alcun punto di riferimento o sostegno per affrontare la situazione.

Ghio ha inoltre rivelato di non aver mai denunciato l’aggressore, affermando: “A 12 anni non sapevo neanche cosa fosse una denuncia. Nessuno mi ha mai insegnato che potevo parlarne.” Questo silenzio ha influito pesantemente sul suo benessere psicologico, portandola a cercare conforto in comportamenti autolesionisti e a indossare sempre felpe per nascondere le cicatrici.

“Mi rendo conto che, a distanza di anni, nulla è cambiato: il silenzio complice della società continua a ridurre in silenzio chi è vittima di violenza”, ha dichiarato Ghio. Con queste parole, ha evidenziato la responsabilità collettiva di affrontare una problematica così miserevole, sfidando i politici e le istituzioni a prendere coscienza della reale gravità della situazione.

La consigliera ha chiuso il suo intervento citando la cantautrice e attivista femminista Giulia Mei: “Della mia fica farò una bandiera che brillerà nella notte nera.” Un invito a tutte le donne a non rimanere in silenzio, a trovare la forza di denunciare le violenze e a ricercare un cambiamento concreto nella società.

Questa testimonianza, che ha toccato profondamente gli animi presenti, rappresenta non solo un grido di dolore, ma anche un appello a responsabilizzare ciascuno di noi e a rompere il silenzio attorno a un problema che non può più essere ignorato. La lotta contro la violenza sulle donne deve diventare una priorità, un impegno collettivo inscindibile, affinché tragedie come quella raccontata da Francesca Ghio non si ripetano mai più.

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