Una protesta audace in pieno Rialto | Ma è davvero il momento di minacciare gli aggressori?
Una provocatoria protesta a Venezia: scritte minacciose sul presunto stupratore di una 17enne. Scopri i dettagli di questa singolare azione! 🚨🎨
“Stupratore hai le ore contate”: scritta con minaccia imbratta Rialto
VENEZIA – La storica piazza di Rialto è stata teatro di un’azione dimostrativa contro il presunto autore di uno stupro avvenuto nella notte di Halloween. “Stupratore hai le ore contate” è la frase minacciosa apparsa con vernice bianca nel campo San Giacometto, attirando l’attenzione di residenti e turisti. L’atto, segnalato dal quotidiano veneto il Gazzettino, risponde a un episodio di violenza che ha colpito una ragazza di 17 anni, in visita a Venezia, e che ha visto coinvolto un giovane militare della Marina.
Nella notte di Halloween, secondo la testimonianza della vittima e degli avventori del luogo, la minorenne sarebbe stata aggredita in un locale del campo Bella Vienna. La situazione ha suscitato subito l’intervento dei carabinieri, che ora stanno indagando per rintracciare il presunto responsabile. La scritta, apparsa nelle prime ore del mattino, è sopravvissuta solo per breve tempo prima di essere rimossa per motivi di decoro urbano.
Oltre al messaggio principale, sotto la scritta è stato trovato un simbolo inquietante – il numero 1312, acronimo di un noto motto che esprime ostilità verso le forze dell’ordine. A rendere l’azione ancora più suggestiva, decine di volantini raffiguranti il volto di Medusa e la frase “Dead men don’t rape”, ulteriore testimonianza del messaggio di protesta. Sebbene al momento non ci siano rivendicazioni ufficiali o simboli riconducibili a gruppi specifici, il Gazzettino ipotizza che la protesta possa essere opera di attiviste appartenenti a un frangia di femminismo radicale.
Nonostante l’indignazione di alcuni attivisti, il gesto non ha ricevuto consensi da parte dei commercianti locali. Molti esercenti hanno espresso forte disapprovazione, sottolineando che "chi ha scritto queste cose ha fatto una cosa stupida”. Il titolare di una bottega ha aggiunto: “Ciò che è giusto fare è aspettare che il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine faccia il suo corso".
Questa insolita forma di protesta ha messo in luce un tema caldo e controverso: la lotta contro la violenza di genere e il ruolo della giustizia. Se da un lato c’è chi sostiene l’urgenza di alzare la voce contro gli abusi, dall’altro c’è chi teme che azioni simili possano minare l’autorità delle istituzioni coinvolte nell’accertamento dei fatti. La città di Venezia si ritrova, quindi, al centro di un dibattito acceso sull’efficacia e l’opportunità di tali forme di contestazione.