Ribelli conquistano 20 località in Siria | È davvero la fine del regime di Assad?

I ribelli di Hayat Tahrir Al-Sham avanzano verso Hama, conquistando venti località. Mentre l'aviazione siriana riprende l'uso delle barrel bomb 🌍💥. Scopri di più!

A cura di Redazione
03 dicembre 2024 15:18
Ribelli conquistano 20 località in Siria | È davvero la fine del regime di Assad?
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Siria: i ribelli di Hayat Tahrir Al-Sham avanzano verso Hama, venti località già conquistate

03-12-2024 – ROMA – Negli ultimi giorni, la situazione in Siria nord-occidentale si è aggravata con le forze ribelli di Hayat Tahrir Al-Sham (Hts) che hanno conquistato almeno venti località nella provincia di Hama, portando avanti un’offensiva contro il governo di Damasco. Secondo quanto riportato da media arabi come Al-Araby Al-Jadeed, e confermato dall’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), gli scontri si sono intensificati, segnalando una ripresa delle ostilità che seguono una tregua promessa nel 2020.

I ribelli hanno strappato il controllo di importanti località come Taybat Al-Imam, Halfaya, Suran e Maardas. Questi sviluppi hanno innescato violenti combattimenti tra le forze ribelli e l’esercito siriano, sostenuto da alleati come la Russia. Nonostante la tensione crescente, l’Osservatorio riporta che, finora, non si registrano vittime significative nei conflitti recenti.

Además, l’aviazione siriana è tornata a utilizzare le famigerate barrel bomb, bombe a barile sganciate da elicotteri, che sono state protagoniste di numerosi crimini contro i civili dall’inizio del conflitto nel 2011. Queste azioni hanno alimentato le accuse di violazioni dei diritti umani da parte delle autorità siriane.

Nelle ultime 48 ore, gli scontri sono stati descritti come i più violenti dall’inizio delle tregue nel 2020, con un bilancio che sfiora già i 103 civili uccisi, secondo il Syrian network for human rights (Snhr). La lotta per il controllo del territorio prosegue, con i ribelli di Hts che tentano di espandere ulteriormente la loro influenza mentre si avvicinano alla città di Hama.

Un’altra dimensione della conflittuale realtà siriana è rappresentata dall’azione dell’Esercito nazionale siriano, una fazione sostenuta dalla Turchia, che si sta preparando a intervenire contro le forze governative. A est, si segnalano scontri tra le Forze democratiche siriane (SDF), sostenute dai curdi, e l’Esercito nazionale siriano, aggiungendo ulteriore complessità alla già disperata situazione nel paese.

Nel frattempo, Israele ha intensificato i bombardamenti sul suolo siriano, colpendo un veicolo sulla strada che porta all’aeroporto internazionale di Damasco, con almeno una vittima segnalata. Questi attacchi, in aumento dal 7 ottobre 2023, mirano a colpire obiettivi militari del governo siriano, ritenuto responsabile di consentire operazioni di gruppi armati rivali, tra cui Hezbollah.

La situazione in Siria non mostra segni di miglioramento, e i recenti sviluppi evidenziano l’instabilità che continua a caratterizzare il Paese, segnato da un conflitto che dura ormai da oltre un decennio. Le origini di questo scontro risalgono alle proteste popolari del 2011 contro il regime di Bashar Al-Assad, accusato di governare con il pugno di ferro e di limitare le libertà democratiche. Mentre il conflitto si evolve, la comunità internazionale resta in allerta per l’escalation e la crescente violenza che coinvolge non solo le forze armate siriane ma anche una miriade di attori esterni.

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