Cosa ha spinto una ragazza a rimanere a guardare un gesto folle? | La condanna di 16 anni lascia tutti senza parole!
Sara Chierici condannata a 16 anni per concorso in tentato omicidio dopo il lancio di una bici che ha gravemente ferito uno studente. Scopri di più! ⚖️🚲
Torino: condannata a 16 anni per concorso in tentato omicidio, malore in aula per Sara Chierici
Torino, 10 gennaio 2025 – La terza sezione penale del Tribunale di Torino ha emesso ieri la sua sentenza nei confronti di Sara Chierici, una giovane di 20 anni, condannata a 16 anni di reclusione per concorso in tentato omicidio. La giovane è stata giudicata colpevole di non aver fermato i suoi amici durante un infortunio fatale avvenuto nel gennaio 2023, che ha lasciato Mauro Glorioso, uno studente di medicina, gravemente invalido.
Al momento della lettura della sentenza, Sara Chierici ha ceduto sotto il peso della decisione, crollando a terra in preda a una crisi di panico. In lacrime, ha affermato: “Non è giusto, devo pagare, ma non così”, esprimendo la sua impotenza di fronte alla gravità della condanna.
LA DINAMICA DEL FATTO
L’incidente è avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 gennaio 2023, quando Mauro Glorioso si trovava in attesa di entrare in un locale. Due ragazzi, un maggiorenne e due minorenni, hanno lanciato contro la folla una bici elettrica del peso di 23 chilogrammi, centrando il giovane in pieno. Le conseguenze furono devastanti: Mauro ha lottato tra la vita e la morte e oggi vive con gravi invalidità, una condizione che ha tenuto lontano dalla testimonianza in aula, come confermato dalla Procura: “Chiunque di noi preferirebbe essere morto”.
Sara Chierici, insieme ad un’altra ragazza, era presente al momento dell’atto criminale. Anziché opporsi, hanno assistito all’azione senza dire nulla, contribuendo ad alimentare l’intento criminoso dei ragazzi che hanno lanciato la bici.
LA SENTENZA E LE REAZIONI IN AULA
La Procura, rappresentata dalla PM Livia Locci, aveva inizialmente richiesto una pena di 12 anni, ma il giudice ha deciso di applicare la pena massima prevista, 16 anni, sottolineando l’assenza di attenuanti. Sara è stata l’unica a optare per un processo ordinario, rifiutando il rito abbreviato e sostenendo la propria innocenza, senza però riuscire a convincere i giudici della sua non colpevolezza.
Nella requisitoria, la PM Locci ha spiegato che “le ragazze seguirono l’azione per intero, potevano allontanarsi”, ma scelsero di restare. Per la Procura, l’imputata non è semplicemente una complice passiva, ma una giovane adulta incapace di provare compassione.
LE PENE IMPOSTE E I RIFLESSI GIURIDICI
Sara Chierici si distingue per la pena più severa inflitta nel caso dei “ragazzi della bici”. I due minorenni coinvolti hanno ricevuto condanne comprese tra i 6 anni e 8 mesi e 9 anni e 6 mesi, mentre l’altro maggiorenne attenderà il processo d’appello dopo che la Cassazione ha annullato la sentenza precedente.
Questa sentenza riaccende il dibattito sulla responsabilità individuale e il valore della vita umana. La vicenda di Mauro Glorioso e la condanna di Sara Chierici pongono interrogativi profondi su come la società affronta la violenza giovanile e l’importanza di assumere responsabilità nelle proprie azioni.
La storia di Sara e Mauro è un ammonimento doloroso su quanto possa essere fragile la linea tra la vita e la morte e sul peso delle scelte, anche quelle che possono sembrare insignificanti in un momento di follia collettiva.