Israele e Palestina: la verità sconvolgente sui negoziati | Perché il futuro della regione è più incerto che mai!
Il ministro israeliano Sa'ar annuncia a Roma negoziati per un accordo graduale. Dialogo solo con l'Autorità palestinese per una pace reale. 🇮🇱🤝🇮🇹
Il ministro degli Esteri israeliano in Italia: “Stiamo negoziando un accordo graduale”
ROMA – Durante un incontro con la stampa avvenuto a Palazzo Madama, il ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha annunciato che Israele sta attualmente lavorando a un accordo graduale sul conflitto israelo-palestinese. Sa’ar ha specificato che il primo passo del negoziato è previsto entro 42 giorni e ha aggiunto che, qualora il primo accordo venga raggiunto, ci sarà l’intenzione di avviare discussioni su una seconda fase, che si prospetta più complessa.
La questione palestinese e Hamas
Durante la conferenza stampa, Sa’ar ha espresso preoccupazioni riguardo alle attuali leadership palestinesi, affermando che un futuro Stato di Palestina sarebbe attualmente “governato da Hamas”. Ha sottolineato che questo scenario non risolverebbe il conflitto con Israele e non contribuirebbe alla stabilità regionale.
“L’ANP deve smettere di proteggere i terroristi”, ha incalzato Sa’ar, facendo riferimento alla necessità per l’Autorità Nazionale Palestinese di modificare le proprie politiche, soprattutto in termini di incitamento all’odio attraverso l’educazione e i media.
Controllo e sicurezza: le posizioni di Israele
Gideon Sa’ar ha chiarito che Israele non desidera controllare la vita dei palestinesi, né a Gaza né altrove. Ha ricordato il ritiro israeliano da Gaza nel 2005, un gesto che ha comportato la smantellamento di insediamenti e infrastrutture. Tuttavia, ha avvertito che la sicurezza di Israele deve rimanere una priorità, sottolineando che se il terrorismo dovesse riemergere a Gaza, Israele agirà di conseguenza, come già avviene in Cisgiordania.
Il ruolo dell’Italia e dell’Unione Europea
Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, presente alla conferenza, ha dichiarato che l’Italia è pronta a contribuire con una missione ONU post-conflitto, includendo la possibilità di inviare militari per far parte di una forza internazionale, simile a quella già presente in Libano. Tajani ha anche ribadito che l’Italia è disposta a dialogare solo con l’Autorità Nazionale Palestinese, escludendo qualsiasi interazione con Hamas, che considera responsabile della perpetuazione del conflitto.
Un futuro incerto
Con le dichiarazioni di oggi, i leader israeliani e italiani evidenziano la complessità della situazione attuale e le sfide che attendono la comunità internazionale nella ricerca di una pace duratura. In un periodo di tensioni e incertezze, la speranza di un accordo graduale potrebbe rappresentare un primo passo verso nuovi dialoghi e, auspicabilmente, verso una stabilità duratura per entrambe le popolazioni.