Meloni e Tajani in vetta | Perché gli italiani continuano a fidarsi di loro?

Sondaggio Dire-Tecnè: Fdi stabile al 29,8%, risale il Pd a 22,4%

ROMA – Secondo l’ultimo sondaggio effettuato da Dire-Tecnè, Fratelli d’Italia (FdI) si conferma il primo partito italiano con una stabilità ferrea al 29,8%, mantenendo la stessa percentuale registrata una settimana fa. Nel frattempo, il Partito Democratico (Pd) guadagna terreno, salendo al 22,4%, un incremento dello 0,1% che lo colloca al secondo posto tra le preferenze degli elettori.

La terza posizione è condivisa da Forza Italia e Movimento Cinque Stelle, entrambe fisse all’11,3%. Segue la Lega, che scende all’8,1% (-0,1%), mentre Avs registra una crescita dello 0,1%, attestandosi al 6,1%. Le altre forze politiche come Azione, Italia Viva, e +Europa si mantengono sotto il 3%: Azione raggiunge il 2,8% (-0,1%), Italia Viva il 2,3% (-0,2%), e +Europa si ferma al 2% (+0,1%).

Meloni e Tajani sono i leader più graditi dagli italiani, secondo il sondaggio. La premier Giorgia Meloni ha mantenuto il consenso al 46,2%, mentre il leader di Forza Italia, Antonio Tajani, avanza al 39,2%, segnando un incremento dello 0,1%. Il segretario del Pd, Elly Schlein, è in lieve crescita, portandosi al 30,7%, seguito da Giuseppe Conte (30%, -0,1%). Matteo Salvini scende al 26,4% (-0,1%), mentre altre figure come Emma Bonino e Carlo Calenda oscillano rispettivamente intorno al 20,5% e al 19%.

Un fattore da non trascurare è l’andamento della fiducia nel governo Meloni. Il consenso nei confronti dell’esecutivo è salito al 42,1%, un incremento minimo rispetto alla settimana scorsa. Parallelamente, la quota degli italiani che non ripongono fiducia nel governo è scesa al 50,2%, con una diminuzione nota dell’0,2%.

In conclusione, il panorama politico italiano continua a evolversi, con Fratelli d’Italia che conserva la sua leadership, mentre il Pd sembra intraprendere una leggera risalita. I leader politici, in particolare Meloni e Tajani, rimangono favoriti nel cuore degli italiani, riflettendo un’era di stabilità con piccole fluttuazioni nelle preferenze politiche.