Da criminale della Banda della Magliana a sostenitore dei disabili | La sorprendente trasformazione di Antonio Mancini!
Scopri la straordinaria trasformazione di Antonio Mancini, ex membro della Banda della Magliana, ora impegnato nel sostegno ai disabili. Una vera seconda chance! 🌟💪

Dai crimini al sostegno ai disabili: la rinascita di Antonio Mancini, ex membro della Banda della Magliana
ROMA – Una vita costellata di contraddizioni e scelte estreme, quella di Antonio Mancini, 77 anni, ex ‘Accattone’ della temuta Banda della Magliana. Oggi, però, Mancini racconta di aver trovato una nuova strada, dedicandosi al sostegno delle persone con disabilità. La sua storia è una testimonianza di come sia possibile ricominciare, anche dopo aver vissuto nel cuore pulsante della malavita romana.
Nato e cresciuto in un contesto difficile, Mancini ha trascorso gran parte della sua giovinezza nel carcere di Regina Coeli, dove ha incontrato Nicolino Selis, un personaggio chiave nell’ascesa della Banda della Magliana. “All’epoca eravamo due ragazzi ribelli,” ricorda Mancini, “e c’era una bella amicizia.” Insieme progettarono un’alleanza tra bande per affermare il controllo su Roma, un’idea che avrebbe dato vita a una delle organizzazioni criminali più temute d’Italia.
Dopo anni di rapine, omicidi e un’esistenza segnata dalla criminalità, Mancini ha affrontato una rivelazione profonda durante un lungo periodo di detenzione. “Dopo aver fatto il carcere vero per 11 anni, mi sono reso conto che fuori non era cambiato nulla,” spiega. Con l’arrivo di una figlia e il desiderio di non ripetere gli errori del passato, ha preso una decisione radicale: “Ho deciso di collaborare.”
Il percorso di riscatto di Mancini è culminato nel suo arrivo a Jesi, dove è stato accolto in un nuovo contesto sociale. “Qui, ho trovato la mia fortuna,” racconta. “Ho avuto l’occasione di vivere l’esperienza con le persone con disabilità, portando un sorriso da qualche parte.” Mancini ora guida un pullmino riservato a chi ha bisogno, convinto che ogni incontro possa restituirgli un po’ del dolore inflitto in passato. “Ogni volta che abbraccio una persona con disabilità, sento che una delle gocce di sangue che ho versato torna indietro.”
Sebbene il suo passato resti un capitolo difficile da dimenticare, Mancini guarda al futuro con ottimismo. “Quando tutto finisce devi decidere, o torni a rubare o ti impicchi,” afferma. La sua scelta di abbracciare una vita di servizio e solidarietà è la testimonianza di un cambiamento profondo e autentico.
Con un racconto vivace e coinvolgente, Mancini offre un messaggio di speranza e di rinascita: “Sono riuscito a cambiare; ho trovato qualcuno che mi ha aiutato.” È la storia di un uomo che, dall’oscurità della strada, è risorto per diventare una luce nella vita degli altri.