Graziano Mesina muore un giorno dopo la sua liberazione | Un destino beffardo per la leggenda del banditismo sardo
Graziano Mesina, icona del banditismo sardo, è morto a 83 anni, un giorno dopo la scarcerazione per malattia. Una vita tra fughe e leggende. 🕊️🇮🇹

È Morto Graziano Mesina: la Leggenda del Banditismo Sardo Se ne Va
ROMA – Graziano Mesina, noto come ‘Grazianeddu’, è scomparso in una corsia d’ospedale, dopo essere stato liberato per malattia solo ventiquattr’ore prima. Con un’età di 83 anni compiuti da poco, la sua morte segna la fine di una vita vissuta al limite, tra fughe e arresti, ma anche una strana epilogo che riporta alla mente le sue turbolente gesta.
Il noto bandito si è spento nel reparto di alta sicurezza del San Paolo di Milano, dove era stato trasferito dal carcere di Opera. Questa morte quasi anonima è un paradosso per chi, come Mesina, ha trasformato la propria vita in un romanzo nero, ricco di colpi di scena e avventure.
La Battaglia Legale per la Libertà
Le avvocate di Mesina, Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier, avevano presentato per mesi richieste di differimento della pena senza successo, fino a quando l’ultima delle sette istanze è stata finalmente accolta dal tribunale di sorveglianza milanese. "Un accanimento ingiustificabile," ha commentato Goddi, rivelando che stavano già organizzando il suo ritorno in Sardegna. Ma il destino ha riservato loro una tragica sorpresa.
Un’Icona del Banditismo Sardo
Nato a Orgosolo nel 1942, Mesina divenne un simbolo del banditismo sardo, famoso per le sue 22 tentativi di evasione, di cui 10 andati a buon fine. La sua cattura, avvenuta nel 2021 dopo un periodo di latitanza, era stata pubblicamente celebrata come un grande successo dalle forze dell’ordine. Ma la sua vita era ben più di une semplice cronaca giudiziaria; era una serie di avventure e controversie che hanno affascinato e inquietato l’Italia.
Oltre ai suoi crimini – per cui era stato condannato a 30 anni (pena poi ridotta a 24) per traffico internazionale di droga – Mesina era noto anche per il suo coinvolgimento nei sequestri di persona. Un episodio clou della sua vita criminale fu il rapimento del piccolo Farouk Kassam nel 1992, avvenuto in Costa Smeralda, quando Mesina partecipò attivamente ai negoziati per la liberazione del bambino.
Dalla Grazia al Ritorno nel Crimine
Nel 2004, Mesina ottenne la grazia dal presidente Ciampi, un’opportunità che, come dimostrato, non sfruttò nel migliore dei modi. Ritornò rapidamente in affari con narcotrafficanti e fu arrestato di nuovo nel 2013. La sua vita si era trasformata in un ciclo di arresti e fughe, lasciando il segno nella memoria collettiva della Sardegna.
Fino alla fine, Mesina cercò di mantenere viva la sua leggenda. Turisti e giornalisti lo cercavano nei vicoli di Orgosolo, attratti dal mito dell’uomo d’onore, tra romanticismo e realtà criminale.
La sua morte ha un sapore amaro di beffa; liberato in extremis, è uscito dal carcere per morire, senza la possibilità di tornare a casa come sperato. "Una liberazione tardiva, quasi beffarda," commentano le sue avvocate. Un viaggio verso la Sardegna, tanto atteso dai familiari, non si è mai realizzato.
Con la morte di Graziano Mesina, si chiude il capitolo di una delle figure più controverse e affascinanti del banditismo italiano, un uomo che ha segnato la storia con la sua vita avventurosa e tragica.