Mattarella approva la legge sul Ponte Morandi | Ma le vittime rischiano di essere ultime nella lista dei beneficiari!
Mattarella firma la legge sul Ponte Morandi, ma lancia un allerta: discriminazione per le vittime e i loro familiari. Scopri di più! ⚖️🏗️

Mattarella firma la legge sul Ponte Morandi: ma i diritti delle vittime restano in discussione
ROMA – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il 15 aprile 2025 la legge che introduce "Benefici in favore delle vittime di eventi dannosi derivanti da cedimenti totali o parziali di infrastrutture stradali o autostradali di rilievo nazionale". Questa legge, approvata dal Senato nel novembre 2024 e dalla Camera nel marzo 2025, si presenta come una risposta alle disgrazie causate da infrastrutture inadeguate. Tuttavia, il Presidente non ha potuto fare a meno di esprimere forti preoccupazioni circa alcuni aspetti del provvedimento.
“Ho promulgato la legge riscontrando una significativa manifestazione di solidarietà”, ma… Mattarella ha dichiarato che, sebbene la legge rappresenti una forma di sostegno per le famiglie delle vittime, esistono nella normativa alcuni punti “non in linea con principi e norme della Costituzione”. Tra le principali criticità, il Presidente ha messo in evidenza la limitazione dei benefici ai soli eventi che coinvolgono infrastrutture di "rilievo nazionale". Mattarella ha definito questa esclusione come “non ragionevole” e contraria al principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione.
In particolare, l’ambiguità nella definizione di "infrastruttura di rilievo nazionale" potrebbe portare a disparità di trattamento per le vittime di cedimenti di infrastrutture non categorizzate come tali. Mattarella ha richiamato alla memoria episodi luttuosi, come il crollo di scuole, che hanno causato la morte di numerosi innocenti, ponendo l’accento sulla necessità di un trattamento equo per tutti i cittadini colpiti da questi tragici eventi.
Ulteriori preoccupazioni emergono sul riconoscimento dei diritti familiari. Il Presidente ha specificato che l’articolo 2 della legge, riguardante l’attribuzione di benefici ai figli delle vittime, necessita di interpretazione estesa affinché includa tutti i discendenti, compresi quelli da unioni civili o da rapporti di convivenza. In caso contrario, si creerebbe una discriminazione basata sullo stato civile dei genitori, che violerebbe in modo evidente l’articolo 3 della Costituzione.
In questo contesto, Mattarella ha quindi sottolineato la necessità di rivedere la classificazione delle priorità per l’attribuzione delle elargizioni, ora percepita come “discriminatoria” nei confronti dei conviventi, relegati a una posizione subordinata rispetto ai coniugi e ai figli.
Il rischio di discrezionalità amministrativa è un ulteriore punto di criticità evidenziato dal Presidente. La legge, per alcuni aspetti, demanda a norme secondarie il compito di definire gli eventi dannosi e i relativi diritti, lasciando un ampio margine di interpretazione. Questo approccio solleva interrogativi sulla chiarezza dei diritti conferiti e sulla possibilità che i più vulnerabili restino esclusi da un giusto risarcimento.
Infine, le risorse limitate destinate alla legge — 7,1 milioni per il 2025 e 1,6 milioni a decorrere dal 2026 — complicano ulteriormente la situazione: “l’esercizio della discrezionalità può diventare problematico”, avverte Mattarella, invitando il Parlamento e il governo a considerare con attenzione i rilievi formulati e a valutare modifiche e integrazioni necessarie per garantire un trattamento equo per tutti coloro che hanno sofferto a causa di tali eventi.
La legge sul Ponte Morandi, pur rappresentando un passo importante nel riconoscimento delle sofferenze causate dai cedimenti delle infrastrutture, si trova ora di fronte a sfide legali e morali che potrebbero influenzare non solo l’impatto immediato, ma anche il futuro dei diritti delle vittime in Italia.