Bimbo di 2 anni da Gaza in Italia per cure vitali | Una storia che accende il dibattito sulle emergenze sanitarie globali!

Dall'inferno di Gaza a Napoli per cure vitali: un bimbo di 2 anni lotta contro una rara malattia. Un gesto di umanità e speranza 💖🕊️

A cura di Redazione
15 maggio 2025 14:57
Bimbo di 2 anni da Gaza in Italia per cure vitali | Una storia che accende il dibattito sulle emergenze sanitarie globali! -
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Dall’inferno di Gaza a Napoli: un bambino di 2 anni in cerca di cure salvavita

NAPOLI – Un nuovo capitolo di speranza si scrive all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove un bambino di soli due anni, proveniente da Beit Hanoun nella Striscia di Gaza, è arrivato ieri notte. Accompagnato dal padre e dal nonno, il piccolo è stato trasferito grazie a un volo militare organizzato dalla Cross di Pistoia, con la supervisione della Regione Campania, atterrando prima presso l’aeroporto di Pratica di Mare. Subito dopo, un’ambulanza del 118 della Asl Napoli 1 Centro lo ha portato in ospedale, dove si sospetta che possa soffrire di una rara malattia del sistema immunitario.

Il bambino è attualmente sottoposto a inquadramento diagnostico e ricoverato nel reparto di Pediatria generale e Dermo-Immuno Reumatologia, diretto dal dottor Luigi Martemucci. Qui, i medici stanno lavorando per confermare la presenza di una malattia granulomatosa cronica, condizione che rende i pazienti vulnerabili a gravi infezioni. La diagnosi precoce e il trattamento tempestivo sono essenziali per il suo recupero.

Per la Fondazione Santobono Pausilipon, impegnata da anni nell’assistenza a bambini provenienti da contesti di guerra, la situazione rappresenta una sfida ma anche una responsabilità. “Accogliere pazienti dai territori di guerra richiede una complessa macchina organizzativa”, ha dichiarato Rodolfo Conenna, direttore generale dell’Aorn Santobono Pausilipon. La fondazione si è già attivata per garantire l’accoglienza degli accompagnatori nelle strutture riservate e per supportare i familiari con mediatori culturali.

“Ogni bambino che arriva da contesti martoriati dalla guerra è un piccolo paziente a cui restituiamo la speranza”, ha proseguito Conenna. Non si tratta solo di un destino clinico, ma di un gesto umano che riflette il diritto universale alle cure. La dedizione e la responsabilità di tutti coloro che lavorano in prima linea fanno la differenza, restituendo a questi piccoli una chance per una vita migliore.

Questo caso, come molti altri simili, sottolinea l’importanza della solidarietà internazionale e della cura nei momenti più critici. Ogni piccolo passo verso la guarigione è un messaggio di speranza non solo per il bambino, ma anche per le famiglie e le comunità in lotta per la vita.

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