Gaza in crisi | Nessuno agisce mentre il tempo scorre!
Appello disperato dal valico di Rafah: la delegazione chiede azioni ora per fermare la guerra a Gaza. I civili non possono più aspettare! 🚨✊

Appello dal Valico di Rafah: "Manca Poco, Agite"
RAFAH – Un gruppo di parlamentari e membri della società civile ha fatto ritorno al valico di Rafah, al confine egiziano con Gaza, per lanciare un appello urgente alla comunità internazionale: “Non c’è più tempo, cosa aspettate ad agire?” Questo ennesimo intervento giunge dopo 19 mesi di conflitto incessante, mentre i fragori delle esplosioni echeggiano da Gaza, chiusa per oltre due milioni di civili dal 2 marzo.
La situazione allarmante è stata illustrata dagli operatori della Mezzaluna Rossa egiziana, schierati in modo simbolico dinanzi al cancello del valico, pronto a ospitare gli aiuti ma bloccato dalla sofferenza umana che si consuma dietro le sue sbarre. Durante un flash mob, i manifestanti hanno esposto slogan come “Free Palestine” e “Basta complicità”, cercando di portare attenzione su una crisi che sembra dimostrarsi sempre più insostenibile.
Yousef Hamdouna, un palestinese presente all’evento, ha condiviso un potente messaggio di impotenza: “Ho chiamato mia sorella dentro Gaza e mi sono vergognato di dirle che siamo rimasti qui fuori.” La sua testimonianza rispecchia il senso di abbandono e disperazione che molti palestinesi provano in questo frangente.
Un Crescendo di Violenza
Negli ultimi giorni, l’escalation militare ha portato a un bilancio tragico di oltre duecento morti, tra cui cinque giornalisti, durante la notte, mentre le forze armate israeline intensificano le loro operazioni con i "Carri di Gedeone". Lotfy Gheith, capo delle operazioni della Mezzaluna rossa, ha dichiarato che “non è entrato neanche un camion” di aiuti e che non è stata consentita l’uscita di feriti, nemmeno bambini. La chiusura del valico ha drasticamente rallentato il flusso di aiuti umanitari, costringendo l’organizzazione a conservare le scorte in magazzini già pieni.
Gheith ha messo in evidenza l’impatto economico del blocco: “Tenere fermi 3mila tir costa 100 dollari al giorno per ogni camion.” La situazione è diventata insostenibile, con il budget dell’organizzazione che si prosciuga rapidamente. Gli operatori e i volontari desidererebbero invece portare direttamente aiuti ai bisognosi in Gaza.
L’Ingiunzione della Società Civile
Mentre il flusso di aiuti umanitari è in stallo, Meri Calvelli dell’associazione di cooperazione e solidarietà (Acs) ha denunciato l’apparente messinscena: “Vedere ambulanze e uomini della Mezzaluna rossa è una sorta di messinscena”, che dimostra la mancanza di volontà per far entrare aiuti umanitari.
L’Intergruppo parlamentare per la Pace in Israele e Palestina, con membri di vari partiti, ha esposto le immagini di leader europei per denunciare l’immobilismo attuale, con l’eurodeputata Cecilia Strada che ha dichiarato: “Sentiamo le bombe, quindi qualcuno sta morendo.”
Una Chiamata per l’Intervento
Le voci di protesta continuano a crescere. Benedetta Scuderi dei Verdi ha avvertito che “questa situazione di blocco e violenza è pericolosa per la popolazione civile palestinese ma anche per gli ostaggi israeliani.” Di fronte a un conflitto tanto cruento e duraturo, la richiesta di liberazione degli ostaggi e di ingresso per gli aiuti umanitari è diventata un’urgenza innegabile.
La comunità internazionale è chiamata a rispondere, mentre il tempo scorre e la sofferenza di milioni continua a crescere.