Gaza: la distribuzione di aiuti è pronta a ripartire | Ma il piano israeliano lascia perplessi gli esperti!
Onu pronta a riprendere la distribuzione degli aiuti a Gaza, ma il piano israeliano solleva interrogativi. È ormai emergenza umanitaria. 🌍🤔💔

Gaza: l’Onu Pronta a Riprendere la Distribuzione di Aiuti, ma il Piano Israeliano Rimane Ambiguo
IL CAIRO (Egitto) – Le Nazioni Unite hanno annunciato la loro disponibilità a riprendere la distribuzione di aiuti umanitari alla popolazione di Gaza in qualsiasi momento, pur sottolineando l’incertezza riguardo a quali beni potranno entrare nella Striscia. "Le cose cambiano di minuto in minuto," ha dichiarato una fonte interna all’Onu, "tuttavia confidiamo di poter ricominciare oggi: siamo già al lavoro."
Questa dichiarazione arriva dopo 79 giorni di intenso blocco da parte di Israele, un embargo che ha causato una grave crisi alimentare. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha recentemente riportato che 57 bambini sono morti di fame a causa della situazione drammatica.
Un altro grave problema è emerso dalla decisione di Israele di mettere al bando l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA). "Non c’è più staff sul terreno e questo ha un impatto profondo sul sostegno ai civili, sia a Gaza che in Cisgiordania," ha aggiunto la fonte Onu. Si segnala anche un aumento delle violenze, con 40.000 sfollati dal nord della Cisgiordania in seguito agli attacchi dei coloni israeliani, intensificatisi dopo il Ramadan.
Il piano israeliano prevede di trasferire la distribuzione degli aiuti umanitari alle forze armate e a compagnie private, un aspetto che desta notevoli preoccupazioni. "A oggi non abbiamo ancora visionato questo piano, quindi abbiamo solo notizie indirette dai media," ha rivelato la fonte. Delle 400 aree previste per la distribuzione degli aiuti a Gaza, il piano sembra prevedere solo quattro o cinque punti.
"Far entrare i privati nella gestione degli aiuti crea un pericoloso precedente," ha avvertito il funzionario dell’Onu. "Le aziende sono guidate dal profitto, mentre le organizzazioni umanitarie si attengono a valori di aiuto." Questo aspetto rischia di trasformare l’assistenza umanitaria in una merce di scambio politico, con conseguenze fatali, come dimostrano i 375 operatori umanitari che hanno perso la vita in contesti di conflitto, nonostante la loro protezione legale.
Il rappresentante dell’Onu ha concluso esprimendo il suo impegno per una riforma nella gestione degli aiuti, ammettendo che è necessario un miglioramento. "Siamo stati accusati di cattiva gestione, ed è vero che serve una riforma. Ma il nostro sistema è trasparente, efficiente e rispetta le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza," ha affermato, ricordando che nel primo giorno del cessate il fuoco sono stati inviati mille camion di aiuti. Ha sottolineato che eventuali problemi non giustificano una punizione collettiva nei confronti della popolazione civile.
La situazione a Gaza continua a essere critica, e le Nazioni Unite si preparano a intervenire, ma il futuro degli aiuti rimane incerto.