Raid in Gaza: uccisa un’operatrice umanitaria che salvava bambini | La sua tragica storia scuote il mondo!

Tragedia a Gaza: un raid israeliano uccide un'operatrice umanitaria e la sua famiglia. Scopri la realtà straziante di chi lavora per i bambini 🕊️💔.

A cura di Redazione
17 maggio 2025 16:58
Raid in Gaza: uccisa un’operatrice umanitaria che salvava bambini | La sua tragica storia scuote il mondo! -
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Gaza, un raid israeliano uccide un’operatrice umanitaria: “Lavorava con i bambini”

AL-ARISH – Nora Sultan, un’operatrice umanitaria di poco più di 40 anni, è stata uccisa stamattina insieme al marito, ai quattro figli e al suocero in un raid aereo israeliano a Beit Lahya, nella Striscia di Gaza. Questo attacco fa parte dell’operazione “Carri di Gedeone”, lanciata nelle ultime ore da Israele, che ha già causato circa 120 vittime e ha costretto più di 19.000 persone a fuggire dalle proprie case.

Se da ottobre 2023 Tel Aviv ha intensificato le sue operazioni in risposta a un attacco che ha causato 1200 morti, l’Organizzazione Ciss denuncia che, nei raid, 412 operatori umanitari sono stati uccisi. Secondo le stime del Norwegian Refugee Council, Nora non è ancora inclusa in questo tragico conteggio, che si riferisce esclusivamente a dati fino ad aprile.

“La sua missione era di portare educazione ai bambini di Gaza, molti dei quali vivono tra traumi e privazioni.” Queste parole di Valentina Venditti, responsabile per il Medio Oriente e il Nord Africa del Ciss, sottolineano il ruolo fondamentale di Nora nel supporto alle giovani generazioni del territorio.

La testimonianza di venditti è carica di dolore, evidenziando l’umanità che si perde dietro a meri numeri di vittime. “Spesso non riusciamo a dare volti ai numeri, ma non possiamo dimenticare che due milioni di persone stanno morendo per mancanza di cibo e cure”, aggiunge.

Un’amica ha raccontato che la famiglia di Nora vive nel terrore, con gli attacchi aerei che continuano a colpire nelle vicinanze. Questo clima di paura è tipico di tanti altri che vivono nella Striscia, dove anche chi cerca assistenza può trovarsi in situazioni disperate.

Il Ciss, attivo in Palestina da diversi anni, ha lanciato diversi progetti, tra cui quello delle “Tende educative”, per offrire attività educative e di supporto. Tuttavia, lo scenario è complicato: “Avevamo avviato un progetto congiunto per il restauro della moschea di Dar Sa’ada, danneggiata in un raid nel febbraio 2024, ma ora è tutto sospeso”, spiega Venditti.

Nonostante le difficoltà, il recupero di antichi manoscritti è stato possibile e si stanno sviluppando progetti per garantirne la preservazione, a sottolineare l’importanza di mantenere viva l’identità culturale del popolo palestinese in tempi di guerra.

Per fronteggiare la grave situazione umanitaria, il Ciss è parte di “Gaza oltre il confine”, una carovana di parlamentari e organizzazioni della rete Aoi, Arci e Assopace Palestina, che si sta dirigendo verso il valico di Rafah, chiedendo a gran voce che cessi il silenzio dei governi di fronte a decenni di violazioni e crimini.

La tragica scomparsa di Nora Sultan rende evidente la continua fragilità della vita a Gaza, dove ogni giorno molti lottano per un futuro migliore, ma spesso pagano con la vita il prezzo della speranza.

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