Colloqui di pace in stallo | È davvero possibile un accordo tra Russia e Ucraina?

Colloqui di pace tra Russia e Ucraina si concludono in un nulla di fatto: scambi di prigionieri ma nessun progresso reale. Scopri gli ultimi sviluppi! 🕊️⚔️

A cura di Redazione
03 giugno 2025 11:14
Colloqui di pace in stallo | È davvero possibile un accordo tra Russia e Ucraina? -
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I Colloqui di Pace tra Russia e Ucraina: Un’Inquietante Illusione

ROMA – I tanto attesi colloqui di pace tra Russia e Ucraina, svolti recentemente a Istanbul, si sono conclusi con un ennesimo nulla di fatto sulla questione del cessate il fuoco. L’unico accordo raggiunto riguarda uno scambio di prigionieri: mille per parte, oltre a ulteriori duecento che sono ancora in trattativa. Una chiara dimostrazione di come le speranze di pace siano, al momento, una drammatica illusione.

Il presidente ucraino Zelensky, intervenuto da Vilnius, ha rilanciato l’idea di nuove sanzioni nei confronti di Mosca, avvertendo che se il Cremlino continuerà a ignorare le richieste di cessate il fuoco, la reazione di Kiev sarà altrettanto decisa. In particolare, ha denunciato anche l’inerzia della Russia riguardo alla restituzione dei bambini ucraini deportati. Nonostante Kiev abbia presentato un elenco di circa 400 nomi, Mosca ha risposto con una promessa vagamente sconcertante di restituire solo dieci minori.

I negoziati, svoltisi nel fastoso Palazzo Çiragan, hanno avuto luogo in un clima di estrema tensione. Dodici delegati per parte, con i rappresentanti russi in abiti scuri e gli ucraini in divisa militare, seduti a una distanza di dieci metri, hanno cercato di affrontare una montagna di problemi irrisolti. Il ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, ha ribadito la priorità di garantire il ritorno dei bambini rapiti, mentre la risposta del suo omologo russo, Vladimir Medinsky, si è limitata a confermare la ricezione di una lista con 339 nomi, senza però alcun impegno concreto.

Sul versante militare, la Russia ha di fatto rifiutato il cessate il fuoco proposto da Kiev, presentando invece un memorandum con due alternative. La prima richiede il ritiro totale delle truppe ucraine da quattro regioni occupate, mentre l’altra rimane avvolta in una profonda ambiguità. Nessuna delle due opzioni è stata accettata, e i negoziatori ucraini si sono riservati di rispondere entro la fine di giugno.

A margine del vertice, il presidente turco Erdogan ha proposto un summit tra Zelensky e Putin, suggerendo Istanbul o Ankara come sede. Una mossa che appare più come un teatrino diplomatico che un reale passo verso la pace.

Nonostante le apparenze di dialogo, gli scontri sul campo continuano senza sosta. Recentemente, l’Ucraina ha lanciato un massiccio attacco con droni su quattro aeroporti militari russi, inclusi obiettivi situati in Siberia. I risultati sono stati impressionanti: 41 aerei distrutti o danneggiati, tra cui i noti bombardieri Tu-95 e Tu-160, utilizzati per attaccare città ucraine. I danni sono stimati in circa 7 miliardi di dollari.

Il premier ucraino Shmyhal ha descritto questa operazione come "chirurgica e rivoluzionaria", affermando che Kiev continuerà a investire in tecnologie in grado di colpire profondamente e ridurre la capacità offensiva russa. “Libereremo i nostri cieli e poi penseremo anche alla terra”, ha dichiarato con determinazione.

In conclusione, quanto emerso dai recenti colloqui di pace ci offre un quadro sconfortante: le speranze di una risoluzione pacifica del conflitto sembrano non avere fondamento, facendo leva su dinamiche che rimangono estremamente complesse e dolorose.

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