Gaza: il coprifuoco sulle aree umanitarie svela una realtà inquietante | Perché milioni di persone sono in pericolo?
A Gaza il coprifuoco limita gli aiuti umanitari, mentre il conflitto intacca ancor di più la vita della popolazione. Scopri di più. 🌍🕊️💔

Coprifuoco sulle aree di aiuti umanitari a Gaza: la situazione si aggrava
ROMA – L’esercito israeliano ha recentemente annunciato un coprifuoco su tutte le strade che conducono ai centri di distribuzione degli aiuti umanitari nel sud della Striscia di Gaza. L’ordinanza vieta alla popolazione di utilizzare queste vie tra le 18 e le 6 del mattino, descrivendo l’area come una "zona militare chiusa".
“Entrare rappresenta un grande pericolo per la vostra vita”, avverte il portavoce dell’esercito israeliano, Avichay Adraee, attraverso un post sui social media. Questa decisione giunge in un contesto di crescente tensione, considerata la difficoltà per circa due milioni di persone di accedere a cibo e medicine in un territorio già gravemente colpito dalla guerra.
Oggi, sette civili sono stati uccisi in un bombardamento israeliano nei pressi di queste zone di distribuzione, mentre il conflitto sembra intensificarsi. Fonti mediche dell’ospedale Nasser a Khan Younis hanno confermato la notizia, mentre i raid aerei hanno colpito anche cinque edifici residenziali nella località settentrionale di Jabaliya Al-Balad, causando ulteriori morti.
Il bilancio complessivo, dall’inizio del conflitto il 7 ottobre 2023, è allarmante: 54.510 morti e 124.901 feriti. Queste cifre, dettate dal ministero della Salute di Gaza, pongono in evidenza il dramma umano in corso nella Striscia.
L’organizzazione umanitaria ActionAid ha denunciato che, dalla fine del cessate il fuoco il 18 marzo, almeno una persona su quattro è stata costretta a lasciare la propria casa, sommando a nuove sfide per gli operatori umanitari. Un operatore anonimo ha descritto la loro situazione: “Ogni volta proviamo a vivere una vita normale. All’improvviso ci ritroviamo in una tenda: caldo soffocante, sabbia ovunque, insetti, nessun conforto, nessuna privacy.”
Con l’82% del territorio sotto il controllo militare israeliano o soggetto a ordini di evacuazione continua, le persone sfollate sono costrette a ripararsi in un’area sempre più ristretta, in campi e rifugi sovraffollati. La crisi umanitaria continua a deteriorarsi, e l’organo internazionale preposto sembra sempre più incapace di garantire protezione e assistenza a una popolazione in grave difficoltà.
In un contesto del genere, l’attenzione internazionale è imperativa. La situazione umanitaria a Gaza richiede un’immediata azione per garantire che almeno gli aiuti possano raggiungere chi ne ha più bisogno, in un territorio martoriato da anni di conflitto.