Gaza in crisi sanitaria | La verità nascosta sugli aiuti umanitari che scompaiono!
Crisis in Gaza: da marzo mancano i farmaci, mentre la vita dei civili è in pericolo. Scopri la drammatica situazione e come possiamo aiutare. 🌍💔

Gaza: Emergenza Sanitaria Senza Precedenti
ROMA – La situazione nella Striscia di Gaza si fa sempre più critica. Da fine maggio, Israele ha autorizzato l’ingresso di cibo, ma non di medicinali, acqua potabile, carburante o materiale tecnico, mettendo a rischio la vita dei civili e compromettendo gravemente il già fragile sistema sanitario.
Alessandro Manno, responsabile Paese di Emergency per i Territori palestinesi occupati, ha tracciato un quadro allarmante della situazione attuale: “L’attuale sistema di distribuzione di viveri a Gaza è assolutamente insufficiente”, ha dichiarato, sottolineando che le risorse disponibili sono ben al di sotto delle necessità della popolazione. In queste settimane, il numero di vittime tra i civili è aumentato esponenzialmente, con cento uccisi la scorsa settimana e oltre quattrocento dall’inizio di giugno.
A complicare ulteriormente le cose, la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) ha sostituito la rete delle Nazioni Unite e delle ONG, limitando drasticamente il sistema di distribuzione che ora conta solo due punti per oltre due milioni di abitanti. Questa riorganizzazione ha avuto conseguenze devastanti: mentre il cibo entra, i medicinali rimangono bloccati.
Le cliniche di Emergency continuano a funzionare solo grazie alle scorte accumulate durante un breve cessate il fuoco all’inizio di marzo. Manno ha confermato: “Da marzo non entrano più antibiotici, aghi, o garze, in un contesto di violenza quotidiana.” Questa mancanza di farmaci sta creando situazioni estreme, come denunciato dal dott. Ahmad Al-Farra, direttore del reparto di pediatria al Nasser Hospital di Khan Younis, che ha avvertito "i neonati e i prematuri potrebbero morire entro 48 ore" a causa dell’esaurimento delle scorte di latte in polvere.
La scarsità di risorse ha costretto i medici a ricorrere a "seconda linea di antibiotici sostitutivi," esponendo i pazienti a rischi inaccettabili. Manno ha inoltre accennato a denunce di amputazioni effettuate senza anestesia, un’accusa grave che solleva interrogativi sulla sicurezza dei trattamenti medici disponibili: “Riteniamo che sia plausibile, dato il livello di carenza di farmaci.”
Ma non è solo la mancanza di medicinali a preoccupare. La carenza di materiali tecnici sta ostacolando le riparazioni e la manutenzione, rendendo estremamente difficile il funzionamento delle cliniche e dei mezzi di soccorso. Gli attacchi alle infrastrutture hanno danneggiato strumenti diagnostici e automobili, contribuendo a un deterioramento complessivo delle condizioni di vita.
Inoltre, la salute degli abitanti è minacciata dalla mancanza di acqua potabile. I conflitti hanno compromesso la rete idrica e i desalinizzatori, e i rifornimenti vengono oggi effettuati tramite autobotti, senza possibilità di analisi sulla qualità dell’acqua, aumentando il rischio di gastroenteriti.
Un ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dai blackout di internet. Manno ha segnalato che recenti attacchi hanno danneggiato severamente il sistema della banda larga, intralciando le comunicazioni vitali per le operazioni umanitarie. “Non è un problema da poco: è fondamentale restare in contatto con i colleghi all’interno di Gaza per ragioni lavorative e di sicurezza,” ha concluso Manno, esprimendo un timido ma necessario ottimismo sulla riparazione della rete di comunicazione.
La situazione a Gaza, quindi, è grave e in rapida evoluzione. Le speranze di una risoluzione si affievoliscono con il passare dei giorni, mentre la comunità internazionale osserva, preoccupata ma impotente di fronte a una crisi umanitaria che richiede un intervento urgente.