Omicidio a Racale: rimprovero al figlio costa la vita alla madre
Rimproverato per non aver salutato, prende un'accetta e compie il misfatto: "Mi si è spento tutto". Nomi di vittima e carnefice: per tutti era insospettabile

Una lite nata da un rimprovero, poi la furia cieca e l’irreparabile. È accaduto a Racale, in provincia di Lecce, dove Teresa Sommario, 52 anni, è stata uccisa dal figlio maggiore, Filippo Marini, con un’accetta. Il giovane, 21 anni, ha confessato l’omicidio durante l’interrogatorio con la Procura.
La confessione: “Non volevo farlo davvero”
“Ad un certo punto mi si è spento tutto – ha dichiarato Filippo – sono salito al piano di sopra, ho preso l’accetta e l’ho colpita”. Il ragazzo, in stato di fermo su disposizione della PM Simona Rizzo, ha aggiunto che in passato aveva manifestato pensieri violenti, ma mai avrebbe pensato di arrivare a tanto.
L’autopsia e le indagini
Il corpo della donna sarà sottoposto ad autopsia venerdì 20 giugno. L’esame è stato affidato al medico legale Alberto Tortorella. Nel frattempo, proseguono le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e il contesto familiare in cui è maturato il delitto.
Un ragazzo insospettabile
Studente di Economia a Roma, ex boy scout, Filippo era tornato a casa per la festa patronale di San Sebastiano. Nessun segnale premonitore, secondo i vicini: “Una famiglia tranquilla”, raccontano. L’arma del delitto, un’accetta di piccole dimensioni, era tra gli strumenti in uso nei campeggi scout.
Una famiglia segnata dalla tragedia
Teresa Sommario viveva con i figli dopo la separazione dal marito Daniele Manni, ex assessore ai lavori pubblici del Comune. In casa, al momento del delitto, era presente anche uno dei due gemelli nati nel 2007, che però non avrebbe assistito alla scena né udito la lite.