Professore chiede scusa dopo insulti alla figlia di Meloni | Ma la sua vera battaglia è contro il governo?
Professore chiede scusa dopo aver augurato la morte alla figlia di Meloni. Un gesto impulsivo che ha scatenato polemiche e denunce. Scopri di più! 📚⚖️

Odio social contro Meloni e la figlia: le parole di un professore suscitano polemiche
ROMA – Un episodio di violenza verbale ha scosso la rete e il mondo della scuola. Stefano Addeo, un docente di tedesco di 65 anni che insegna in un liceo di Cicciano, ha recentemente attirato l’attenzione per un post sui social in cui augurava alla figlia del premier Giorgia Meloni la stessa sorte di una ragazza vittima di femminicidio. Questo gesto, definito "stupido” dallo stesso Addeo, ha superato ogni limite e ha sollevato un’ondata di indignazione tra gli utenti, portando qualcuno a segnalarlo.
In un’intervista esclusiva al quotidiano “il Roma”, Addeo ha dichiarato: “È stato un gesto d’impulso, scritto dopo aver ascoltato al telegiornale della continua fornitura di armi italiane a Israele.” L’insegnante ha immediatamente cancellato il post, rendendosi conto dell’entità della sua affermazione, ma non ha ritirato le sue idee politiche, sottolineando: “Non mi sento rappresentato da questo governo e non cambio idea neanche se mi imprigionano.”
Odio ogni forma di violenza
Addeo si è presentato come una persona che combatte la violenza e che, nella vita reale, si dedica attivamente a cause sociali. “Odio ogni forma di violenza. Amo gli animali, faccio volontariato con i bambini malati,” ha detto, cercando di spiegare che il suo comportamento all’interno delle mura scolastiche è assai diverso da quello espresso sulla rete. Ha notato che, “in classe non ho mai fatto politica,” assicurando che i suoi studenti lo considerano una figura positiva.
Tuttavia, le reazioni al suo gesto sono state severe. “Mi hanno minacciato di morte, lanciato pomodori contro le vetrine di casa,” ha raccontato, rivelando di aver sporto denuncia contro alcuni attacchi ricevuti sui social. Addeo sostiene di non aver cancellato il post per paura, ma perché si è reso conto che era un errore, affermando: “Chiedo scusa, ma non si può cancellare una persona per questo.”
Strumentalizzazione politica
Nel tentativo di difendersi, Addeo ha affermato che il suo post è stato “strumentalizzato” da coloro che si definiscono “amici del governo”, che avrebbero diffuso il suo nome e volto per metterlo in cattiva luce. Ha anche lanciato un appello al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, evidenziando che “non accetto che si dica che un insegnante debba condividere pedissequamente le idee del governo.” Nonostante la gravità della situazione, Addeo è convinto di avere il supporto dei suoi studenti, come dimostrano i messaggi di solidarietà che ha ricevuto.
Questo episodio solleva interrogativi sull’uso dei social e sulle responsabilità di chi occupa posizioni educative. La vicenda di Addeo pone in luce il delicato equilibrio tra libertà di espressione e responsabilità personale nel mondo contemporaneo.