Tragedia a Pescara: un 30enne disarmato muore colpito dal taser | La politica si schiera tra sicurezza e diritti umani!

Tragedia a Pescara: un giovane muore dopo l’uso del taser da parte della polizia. Il caso divide l'opinione pubblica. Scopri di più! ⚡️🇮🇹

A cura di Redazione
04 giugno 2025 17:14
Tragedia a Pescara: un 30enne disarmato muore colpito dal taser | La politica si schiera tra sicurezza e diritti umani! -
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Taser, morte di un 30enne a Pescara: il caso Zappone scuote la politica italiana

ROMA – La tragica morte di Riccardo Zappone, un giovane di 30 anni deceduto dopo l’uso di un taser da parte della polizia, ha acceso un acceso dibattito politico e sociale in Italia. Questo episodio, avvenuto a Pescara, ha diviso l’opinione pubblica tra chi sostiene l’impiego di armi a impulsi elettrici come strumenti necessari per garantire la sicurezza e chi, al contrario, mette in discussione la loro efficacia e soprattutto la loro sicurezza.

LA RICOSTRUZIONE DEL FATTO

Secondo quanto riportato dalla questura di Pescara, Riccardo, noto per una grave patologia psichiatrica e conosciuto dai servizi sociali, ha avuto un alterco con un meccanico che è degenerato fino all’intervento delle forze dell’ordine. L’utilizzo del taser, secondo la polizia, era necessario per contenerlo. Dopo il trasferimento in una cella di sicurezza, il giovane ha accusato un malore ed è deceduto poco dopo in ospedale.

In un’intervista, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha descritto l’episodio come “una tragedia che ci addolora”, promettendo indagini approfondite per determinare se ci sia un legame tra l’uso del taser e la morte del giovane.

LE RICHIESTE DELLA FAMIGLIA

La famiglia di Riccardo, però, non è soddisfatta delle risposte ricevute. Andrea Zappone, il padre di Riccardo, ha chiesto chiarimenti e giustificazioni. “Era un soggetto psicotico, difficile da gestire ma non pericoloso”, ha dichiarato, mettendo in discussione perché fosse stato arrestato e perché non fosse stata chiamata un’ambulanza. Il padre ha rivelato anche di aver ricevuto una telefonata da Riccardo poche ore prima dell’arresto, sottolineando come il figlio si fosse mostrato “agitato ma non violento”.

SALVINI SULL’EPISODIO: "CHI CONTESTA VUOLE ANARCHIA"

La vicenda ha sollevato reazioni contrastanti tra i politici. Il vicepremier Matteo Salvini, difendendo l’uso del taser, ha affermato: “Non si usa per gioco, ha salvato vite. Chi lo contesta vuole sciogliere la polizia e vivere nell’anarchia.” Queste parole hanno generato polemiche e accese discussioni nelle ultime ore, evidenziando la crescente frattura tra le diverse posizioni politiche.

IL FOCUS DI AMNESTY INTERNATIONAL

Il caso di Riccardo Zappone si inserisce in un quadro più ampio di preoccupazioni internazionali riguardo l’uso delle armi a impulsi elettrici. Amnesty International ha recentemente pubblicato un rapporto in cui avverte contro l’uso improprio di tali strumenti, specialmente nei confronti di soggetti vulnerabili. Nel comunicato dopo l’episodio di Pescara, l’organizzazione ha evidenziato che “il giovane era disarmato” e che la ricostruzione dei fatti resta ancora incompleta, sottolineando l’importanza di una riflessione sull’impiego di queste armi.

CONCLUSIONE

Questa vicenda ha messo in luce le tensioni esistenti in Italia riguardo alla sicurezza pubblica, alla gestione dei soggetti fragili e all’uso delle armi da parte delle forze dell’ordine. Con l’autopsia in corso e le indagini che si promettono approfondite, l’attenzione resterà alta su un caso che, al di là delle polemiche politiche, coinvolge un dramma umano profondo.

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