Una cura contro lâHIV era a un passo | Trump ha bloccato la speranza di milioni di donne in Africa
Scopri come la cancellazione di Trump ha arrestato una cura rivoluzionaria per l'HIV in Africa, a un passo dalla fine dell'epidemia. đŚ đâ¨

LâHIV: UnâOttima Occasione Persa a Causa di Tagli e Politiche Scellerate
*ROMA â Il 2025 doveva segnare una tappa cruciale nella battaglia contro lâHIV, ma le nuove politiche americane hanno messo a rischio tutto il progresso ottenuto fino ad oggi. Con oltre 44 anni di lotta contro il virus, il mondo sembrava finalmente a un punto di svolta. Un vaccino promesso era in fase di sviluppo, insieme a trattamenti innovativi come il lenacapavir, unâiniezione semestrale che azzera il rischio di contagio. Questa cura, che puntava a proteggere in particolare le giovani donne, si apprestava a essere distribuita in Africa. Ma lâarrivo di Donald Trump ha cambiato le carte in tavola.**
Tagli severi al programma PEPFAR, che da due decenni rappresenta il fulcro dellâassistenza allâAIDS, hanno avuto un impatto devastante: trial interromputi, magazzini svuotati, laboratori chiusi e professionisti della salute licenziati. Questo cambio di direzione ha portato a una situazione drammatica, in cui i tassi di infezione potrebbero giĂ essere in aumento, ma nessuno ha i dati per confermarlo, dato che la raccolta delle informazioni è stata storicamente gestita dagli Stati Uniti.
In Sudafrica, i test clinici per i vaccini sono stati quasi completati, solo per essere abortiti allâultimo momento. âCredevamo di essere a un passo dalla svoltaâ, ha dichiarato la dott.ssa Leila Mansoor in unâintervista. âOra, invece, stiamo tornando indietro con una rapiditĂ sorprendenteâ.
Un vero paradosso: gli Stati Uniti, un tempo leader nella lotta globale contro lâHIV, sembrano ora rinunciare a questo impegno fondamentale. Con 6 miliardi di dollari allâanno, lâAmerica rappresentava tre quarti della spesa globale per questa malattia. UnâereditĂ bipartisan che risale agli anni di George W. Bush, quando âporre fine allâAIDSâ era visto come un dovere morale. Oggi, la retorica si è trasformata, evocando frasi come âtroppi sprechiâ e âgoverni corrottiâ, mentre lâattenzione si sposta su come gli altri Paesi possano âfarsi caricoâ della situazione.
Il lenacapavir rappresenta il caso piĂš emblematico di questa crisi. Questo farmaco, approvato dalla FDA e pronto per la produzione da parte della Gilead Sciences, era disponibile a un costo promozionale di 100 dollari allâanno per i Paesi africani. Tuttavia, il PEPFAR era responsabile dellâacquisto della metĂ delle dosi. Con i tagli, questo non sarĂ piĂš possibile, mettendo a rischio la disponibilitĂ della cura.
In questo contesto, câè chi non si arrende. Il governo sudafricano ha espresso lâintenzione di distribuire il lenacapavir a 800.000 giovani donne nel 2026, ma senza lâassistenza degli Stati Uniti, questa rimane unâidea priva di sostanza. Nel tentativo di raccogliere fondi, il Global Fund si rivolge a donatori privati e ONG, riuscendo a ottenere solo 150 milioni di dollari dalla Childrenâs Investment Fund. Questa cifra, tuttavia, appare insufficiente per avviare quella rivoluzione medica che sembrava a portata di mano.
La lotta contro lâHIV potrebbe quindi trovarsi a un nuovo punto di stallo. Mentre i progressi della ricerca vengono costantemente minacciati da fattori politici ed economici, la comunitĂ internazionale deve riflettere sulle sue prioritĂ e sullâimportanza di mantenere il focus su una malattia che ha giĂ causato troppe sofferenze. Potremmo trovarci di fronte a unâoccasione persa, se non riprenderemo in mano il destino della salute globale.