Investimenti da miliardi in bilico | L'Europa riuscirĂ a tenere il passo con gli Stati Uniti?
Scopri come la guerra dei dazi e l'Inflation Reduction Act stanno reshaping gli investimenti globali. Un'analisi essenziale di Ubaldo Livolsi! 🌍💼🚀

La Guerra dei Dazi e le Nuove Geografie degli Investimenti
ROMA – La guerra commerciale degli ultimi anni, dominata dalle politiche tariffarie volute da Donald Trump, ha profondamente riconsiderato il panorama degli investimenti globali. Analizzando il tema, il professor Ubaldo Livolsi, esperto di Corporate Finance e fondatore di Livolsi & Partners S.p.A., sottolinea come l’uscita dall’era Trump non abbia mitigato le sfide: “La guerra dei dazi continua a mescolare le carte della geografia industriale globale.”
All’interno di questo contesto, l’Inflation Reduction Act (IRA) dell’amministrazione Biden, che ha investito oltre 370 miliardi di dollari in crediti d’imposta per progetti legati all’energia pulita e alla tecnologia, potrebbe rappresentare un forte incentivo per le aziende mondiali a spostare la produzione negli Stati Uniti. “Ora molte aziende stanno pensando di produrre oltre oceano per eludere i dazi,” afferma Livolsi, facendo eco ai cambiamenti globali in corso.
Dati Sconcertanti sugli Investimenti Diretti
Nonostante l’espansione delle opportunità , la realtà attuale è di incertezze. Nel primo trimestre del 2025, gli investimenti diretti esteri nel manifatturiero statunitense sono scesi a 52,8 miliardi di dollari, un trend negativo rispetto ai 79,9 miliardi del trimestre precedente. Tuttavia, un rapporto del Peterson Institute for International Economics (PIIE) rivela che i progetti già annunciati superano i 200 miliardi di dollari, trainati proprio dalle condizioni favorevoli create dall’IRA e dall’esigenza di evitare barriere commerciali crescenti.
Case emblematiche come Volkswagen, BASF e Ferrero dimostrano l’interesse crescente a investire negli Stati Uniti. Volkswagen, ad esempio, punta a raddoppiare la propria quota di mercato americana, mentre Ferrero ha recentemente acquistato WK Kellogg per 3,1 miliardi di dollari, segnalando un forte impegno nella crescita nel mercato nordamericano.
Le Risposte dell’Unione Europea e i Rischi per l’Italia
Nel dibattito globale, l’Unione Europea sembra affrontare una negoziazione complessa, rischiando di trascurare il problema della delocalizzazione delle sue aziende. “Nonostante i progressi, le risposte europee si rivelano lente e frammentate,” dichiara Livolsi. L’Unione ha lanciato una serie di iniziative, come il Green Deal Industrial Plan e il Net-Zero Industry Act, ma rimane da vedere se queste misure saranno sufficienti per contrastare l’efficienza delle decisioni americane.
In particolare, l’Italia, dal canto suo, si trova in una posizione vulnerabile. “Il nostro tessuto industriale, pur con i suoi punti di forza,” continua Livolsi, “deve affrontare molte sfide.” Le politiche italiane, come il Piano Transizione 5.0 e il Fondo Nazionale del Made in Italy, sono state introdotte per affrontare questa realtà .
Opportunità e Sfide Futura per l’Industria Italiana
Per mitigare la dipendenza dagli Stati Uniti, l’Italia punta a sviluppare nuovi mercati, in particolare in Africa, Medio Oriente e Asia. “La nostra posizione rimane complessa; le aziende chiedono maggiore efficienza burocratica, un sistema fiscale stabile e infrastrutture adeguate,” conclude Livolsi, evidenziando la necessità di ottimizzare il sistema paese.
In un’epoca segnata da dinamiche globali in rapida evoluzione, sembra chiaro che le sfide dei dazi e della guerra commerciale avranno un impatto duraturo non solo sull’industria americana ma su quella mondiale, ponendo interrogativi cruciali anche sul futuro degli investimenti in Europa e Italia.