Israele e la matematica della carestia | La veritĂ  che nessuno osa raccontare sulla fame a Gaza!

Esplora come Israele gestisce scientificamente la carestia a Gaza, calibrando l'accesso al cibo per affamare i palestinesi. 🌍📉🍽️

A cura di Redazione
31 luglio 2025 20:53
Israele e la matematica della carestia | La veritĂ  che nessuno osa raccontare sulla fame a Gaza! -
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La matematica della carestia: Israele e la gestione della fame palestinese

ROMA – Il dibattito sulla situazione a Gaza si arricchisce di nuovi, inquietanti dati. Secondo un’analisi pubblicata dal Guardian, Israele non solo è a conoscenza delle necessità alimentari della popolazione palestinese, ma gestisce attivamente la distribuzione del cibo in un modo che può essere definito come una vera e propria “matematica della carestia”. La fame viene così utilizzata come strumento di pressione politica e sociale.

L’articolo del Guardian evidenzia che i palestinesi, a causa della guerra e delle restrizioni israeliane, sono costretti a importare quasi ogni caloria necessaria alla loro sopravvivenza. Questo porta a una situazione in cui la quantità di cibo distribuito è attentamente calcolata. Dati storici mostrano che, sin dai primi anni 2000, Israele ha tentato di “mettere a dieta” i palestinesi, senza però portarli a una morte certa per fame.

Un alto funzionario dell’ex Primo Ministro Ehud Olmert dichiarò nel 2006: “L’idea è quella di mettere a dieta i palestinesi, ma non di farli morire di fame.” Questa affermazione, purtroppo, sembra riflettere una verità inquietante sulla gestione delle risorse alimentari a Gaza.

Secondo il Coordinamento delle Attività Governative nei Territori (Cogat), le statistiche attuali indicano che ogni palestinese ha bisogno di un minimo di 2.279 calorie al giorno, corrispondenti a 1.836 kg di cibo. Tuttavia, le organizzazioni umanitarie ora chiedono un’alimentazione ancora più ridotta, suggerendo una razione di 1 kg di cibo al giorno per sopravvivere.

Tra marzo e giugno, Israele ha permesso l’entrata nel territorio di sole 56.000 tonnellate di cibo, meno di un quarto del fabbisogno minimo. Questa drammatica insufficienza contribuisce a un quadro di carestia ormai inevitabile. Anche nel caso in cui la distribuzione dei pacchi alimentari delle Nazioni Unite avesse funzionato perfettamente, senza il clima di violenza, la situazione rimarrebbe critica.

La Commissione Famine Review, un organismo indipendente, ha analizzato i piani di distribuzione degli aiuti alimentari e ha confermato che, attualmente, si prospetta una carestia di massa a meno di un radicale cambiamento. Queste valutazioni pongono l’accento su una vera e propria crisi umanitaria, con la popolazione che non riceve aiuti sufficienti a fronteggiare le proprie necessità alimentari.

L’enorme divario tra le calorie necessarie e il cibo effettivamente distribuito dimostra che Israele sta compiendo scelte ben precise, orientate a mantenere la popolazione in uno stato di sofferenza controllata. Questa strategia, calcolata e fredda, è emblematica di una realtà complessa e disperata, che sembra sfuggire all’attenzione globale.

La questione invita a riflettere su una cooperazione internazionale che finora ha fatto poco per fermare quello che può essere descritto come un inganno sistematico per affamare una popolazione già profondamente segnata dal conflitto. La matematica della carestia a Gaza solleva interrogativi fondamentali sul rispetto dei diritti umani e sull’etica della gestione delle risorse in contesti di conflitto.

âś… Fact Check FONTE VERIFICATA

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