La richiesta di 22 Paesi: "La guerra a Gaza deve finire ora" | Ma Israele ignora la pressione internazionale?
Tajani e 21 ministri chiedono la fine della guerra a Gaza. La sofferenza civile è intollerabile. È tempo di agire per la dignità umana. 🕊️🌍✊

Tajani e altri 21 Paesi: “La guerra a Gaza deve finire ora”
ROMA – “Ci uniamo con un messaggio semplice e urgente: la guerra a Gaza deve finire ora.” Con queste parole, il Ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha aperto una dichiarazione congiunta firmata da 22 omologhi. In un clima di crescente allerta per la situazione umanitaria, i rappresentanti di paesi come Australia, Canada, Francia e Regno Unito si sono riuniti per esprimere il loro approccio unanime sulla crisi in corso.
La scelta di pronunciarsi in modo deciso si accompagna all’aggravarsi delle condizioni di vita dei civili nella regione. “La sofferenza dei civili a Gaza ha raggiunto livelli mai visti prima”, afferma il comunicato. Secondo i firmatari, il modello di distribuzione degli aiuti da parte del governo israeliano non solo è insufficiente, ma contribuisce ulteriormente all’instabilità locale, negando ai cittadini di Gaza la dignità umana a cui hanno diritto.
Nel testo si legge anche: “Condanniamo l’erogazione ‘a goccia’ degli aiuti e l’uccisione disumana di civili, compresi bambini, che cercano di soddisfare i loro bisogni più elementari, come acqua e cibo.” Queste parole riflettono un’indignazione condivisa da parte degli Stati firmatari del documento, i quali non possono ignorare l’impatto devastante del conflitto sulla popolazione più vulnerabile.
In una nota particolarmente sconvolgente, la dichiarazione mette in evidenza che “oltre 800 palestinesi siano stati uccisi mentre cercavano aiuto”. Questo dato rappresenta una grave violazione dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario, che gli autori del comunicato definiscono inaccettabile. Richiamando all’ordine Israele, si afferma che il governo deve rispettare i propri obblighi in materia di assistenza umanitaria.
Gli oltre venti ministri degli Esteri compongono un fronte unito che chiede una rapida risoluzione della crisi. La speranza è che la pressione internazionale possa contribuire a riportare la pace e a garantire l’assistenza sanitaria e umanitaria necessaria alla popolazione di Gaza.
La comunità internazionale guarda ora con attenzione le prossime mosse diplomatiche, nella speranza che possano tradursi in un reale cambiamento per i civili coinvolti nel conflitto.