Thomas D'Alba, ex paracadutista, morto in Ucraina | Cosa spinge un italiano a rinunciare a una vita tranquilla?

Thomas D'Alba, ex Folgore, perde la vita in Ucraina. Un coraggioso italiano che ha scelto di combattere per la libertà. ⚔️🇮🇹 Riconoscimenti e cordoglio sui social.

A cura di Redazione
05 luglio 2025 20:16
Thomas D'Alba, ex paracadutista, morto in Ucraina | Cosa spinge un italiano a rinunciare a una vita tranquilla? -
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Ucraina, morto l’italiano Thomas D’Alba: ex Folgore arruolato con Kiev contro la Russia

ROMA – Un altro cittadino italiano ha perso la vita nel conflitto ucraino, impegnato a combattere contro l’invasione russa. Thomas D’Alba, 40 anni, ex paracadutista della Folgore e originario di Legnano, ha sacrificato la sua vita per una causa che credeva giusta.

La notizia della sua morte è stata diffusa sui social dal creator digitale e attivista ucraino Vladislav Maistrouk, che aveva avuto l’opportunità di conoscere D’Alba di persona. Secondo quanto riportato dal quotidiano Avvenire, che ha effettuato verifiche sul fatto, D’Alba sarebbe deceduto intorno alla metà di giugno, sebbene al momento non ci siano conferme ufficiali da parte delle autorità italiane.

“Thomas era un uomo gentile e coraggioso”, ha scritto Maistrouk, evidenziando il suo impegno e la sua dedizione alla causa ucraina. L’attivista ha sottolineato che D’Alba è caduto in battaglia nella regione di Sumy, difendendo non solo l’Ucraina, ma anche i valori europei. Sui social sono state condivise due immagini significative: in una, D’Alba si dedica alla sua grande passione, la musica, suonando la batteria; nell’altra, sorride con pollice alzato, vestito di mimetica e con un elmetto, seduto dentro un veicolo militare.

Dopo il suo servizio nella Folgore, D’Alba aveva lasciato le armi per intraprendere la carriera di insegnante di musica, ma l’inizio della guerra su larga scala in Ucraina lo ha spinto a tornare al combattimento. “Rinunciò a un lavoro ben pagato per uno stipendio mediocre; agli aperitivi con gli amici preferì le esercitazioni al freddo nei boschi”, racconta Maistrouk, ponendo in evidenza la scelta radicale e la determinazione di D’Alba.

L’ultimo incontro tra i due risale a inizio giugno. “Thomas era in missione e si vantava di avere un nuovo ‘amico’ – un drone FPV russo inesploso a un metro e mezzo dalla sua postazione. Non si lasciava abbattere, nemmeno in quei momenti”, ha scritto l’amico, evidenziando il suo spirito indomito anche in situazioni estremamente pericolose.

Le parole che D’Alba ha confidato a Maistrouk risuonano con forza: “Sono stato in molte missioni all’estero e a volte mi chiedevo se fossi dalla parte giusta. In Ucraina non ho mai avuto questo dubbio. Gloria agli eroi!” Queste frasi, condivise da molti, hanno generato un’ondata di cordoglio sui social, con messaggi affettuosi da parte di ex commilitoni: “Cieli blu, fratello parà,” è uno dei tanti messaggi che stanno circolando in memoria di D’Alba.

Secondo le informazioni riportate da Avvenire, D’Alba è il settimo italiano a morire nel conflitto ucraino. La prima vittima si registrò ad aprile 2022 con Edy Ongaro, un 46enne colpito da un ordigno nel Donbass. Altre vittime includono Benjamin Giorgio Galli, Elia Putzolu, Angelo Costanza e altri, tutti in circostanze tragicamente simili.

Nonostante la legislazione italiana vieti l’arruolamento in eserciti stranieri, numerosi connazionali continuano a trovarsi sul fronte ucraino, sia nelle file delle forze di Kiev che in quelle filorusse. Questa situazione solleva interrogativi sulla sicurezza e sull’etica degli italiani che decidono di combattere in un conflitto lontano, ma che tocca profondamente le coscienze e le scelte individuali.

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