Trump ammette la verità scioccante sulle sanzioni a Putin | Perché la sua strategia potrebbe fallire miseramente?
Trump esprime dubbi sulle sanzioni a Putin, mentre Medvedev lo schernisce. La realtà del conflitto si complica ulteriormente! 🇺🇸⚡️

Trump mette in dubbio le sue stesse minacce a Putin: “Le sanzioni potrebbero non funzionare”
ROMA – Le recenti esternazioni di Donald Trump hanno sollevato interrogativi sul serio rispetto alle sue stesse minacce. Dopo aver emesso ultimatum nei confronti di Mosca, il Presidente degli Stati Uniti ha rilasciato dichiarazioni che mettono in discussione l’efficacia delle sanzioni. “Dazi e altre cose… Ma non so se funzioneranno. Putin probabilmente vuole continuare la guerra,” ha affermato durante un volo a bordo dell’Air Force One.
Il nuovo ultimatum, rilasciato appena dieci giorni fa, segna una riduzione significativa rispetto ai 50 giorni inizialmente fissati a luglio, ma sembrano più proclami che misure concrete. Con il passare del tempo, l’idea iniziale di Trump di “parlare a Putin da uomo a uomo” si è scontrata con la dura realtà del conflitto in corso. La fiducia del presidente, una volta salda, appare ora vacillante.
Gli esperti di geopolitica mettono in guardia: le vere armi contro Mosca non sono i dazi su pochi beni, ma sanzioni più incisive sull’industria energetica russa. Tali misure, tuttavia, potrebbero avere ripercussioni significative sui prezzi globali del petrolio e gas, coinvolgendo potenze come Cina, India e Turchia. In questo contesto, Trump si trova di fronte a una sfida cruciale: dimostrare che la Russia non può prevalere militarmente.
Evelyn Farkas, ex funzionario del Pentagono, ha commentato sul New York Times: “Trump ha molte carte, ma deve dimostrare che la Russia non può vincere militarmente.” Per farlo, deve passare dalle parole ai fatti, implementando misure di supporto quali armi e pressione diplomatica.
Nel frattempo, le reazioni dal Cremlino sono state scettiche. Dmitry Medvedev ha quasi deriso l’inefficienza degli ultimatum di Trump, sottolineando la flessibilità temporale delle scadenze: “Prima erano 100 giorni, poi 50, ora 24 ore. Un gioco pericoloso. Non solo con la Russia, ma con l’America stessa.”