Acqua potabile in esaurimento a Gaza | Gli effetti devastanti che nessuno si aspettava!
A Gaza la crisi idrica è drammatica: l'acqua potabile è un miraggio e le malattie dilagano. Scopri la guera silenziosa che uccide. 💔💧

Emergenza Umana a Gaza: Sete e Contaminazione in un Mondo di Fame
Roma, 6 agosto 2025 – La Striscia di Gaza è teatro di una crisi idrica senza precedenti, dove la sete sta assumendo proporzioni devastanti. In un contesto già gravemente segnato dalla fame, le poche risorse disponibili per l’acqua potabile si stanno rapidamente esaurendo, costringendo la popolazione a confrontarsi con una realtà allarmante: l’acqua rimasta è prevalentemente contaminata.
Secondo quanto riportato da Oxfam, la disponibilità giornaliera di acqua è crollata drasticamente a soli 3-5 litri pro capite. Questo è ben al di sotto dei 15 litri raccomandati dall’ONU come soglia minima per garantire un’adeguata igiene e salute. In confronto, un cittadino israeliano consuma mediamente 247 litri al giorno. Il resto dell’acqua, purtroppo, è salmastra e contaminata da liquami e sostanze chimiche, per la maggior parte derivanti dalle distruzioni causate dal conflitto.
Le conseguenze di questa crisi idrica sono già in atto: epatite e diarrea hanno registrato un incremento del 150% negli ultimi tre mesi. In Gaza, non si muore solo di fame, ma anche per malattie facilmente prevenibili. I sistemi idrici, gestiti dall’agenzia militare israeliana COGAT, non funzionano più a causa della mancanza di carburante per i generatori. Il sistema idrico e fognario è gravemente compromesso e le pompe, quando ci sono, non riescono a fare fronte alla domanda.
Le immagini di bambini che, trasformati in facchini dell’acqua, si accalcano in lunghe code per procurarsi anche solo pochi litri di questo bene prezioso sono ormai la norma. Situazioni di conflitto sorgono anche tra famiglie, mentre alcuni sono costretti a lavarsi nel mare, aggravando ulteriormente la diffusione di malattie.
Un piccolo barlume di speranza potrebbe arrivare con la costruzione di un nuovo acquedotto, finanziato dagli Emirati, che dovrebbe connettersi a un impianto di desalinizzazione in Egitto e garantire acqua a circa 600 mila persone nel sud di Gaza. Tuttavia, i lavori sono ancora nelle fasi iniziali e il tempo è ormai dalla parte della disperazione. L’UNICEF ha lanciato un allerta, segnalando che molte famiglie sono già al limite delle loro forze e delle loro capacità di resilienza.
La comunità internazionale è chiamata a rispondere a questa emergenza umanitaria, prima che la situazione sfugga ulteriormente di mano. La sete, un killer silenzioso, sta compiendo il suo lavoro, mentre la fame continua a mietere vittime in una terra che attende aiuti urgenti e un cambiamento reale.