Corridoi universitari per gli studenti palestinesi | L'Italia sta per cambiare tutto?

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A cura di Redazione
09 agosto 2025 14:12
Corridoi universitari per gli studenti palestinesi | L'Italia sta per cambiare tutto? -
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Università e Solidarietà: Corridoi Umanitari per gli Studenti Palestinesi

ROMA – Un’iniziativa significativa è stata lanciata oggi alla Camera dei Deputati: si tratta del progetto “Appello per Gaza, costruiamo ponti con le università italiane”, presentato da Antonio Caso, deputato del Movimento 5 Stelle e capogruppo in commissione Cultura. L’obiettivo è quello di garantire un accesso semplificato agli studi universitari per gli studenti palestinesi, in un contesto di crisi acuta.

“Oggi raccogliamo la richiesta di coloro che stanno già lavorando con chi ha vinto i bandi universitari attivati dalla Crui”, ha dichiarato Caso. “Metteremo nero su bianco queste necessità e presenteremo interrogazioni formali” tanto alla ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, quanto al ministro degli Esteri, Antonio Tajani. L’intento è chiaro: velocizzare le procedure e attivare corridoi umanitari dedicati.

Il dramma che vive la Striscia di Gaza, sotto una pressione costante per oltre venti mesi, rende imperativa l’adozione di misure straordinarie. Caso ha sottolineato che c’è un “rischio concreto” che gli studenti che hanno vinto i bandi universitari non possano raggiungere le università italiane a causa di ostacoli burocratici o dell’assalto incessante alla vita quotidiana.

Il deputato ha fatto un parallelismo significativo con i corridoi universitari già attivati per gli studenti ucraini, piani che si sono dimostrati efficaci e che potrebbero fare da modello per gli studenti palestinesi. “Non ci spieghiamo perché si facciano due pesi e due misure per Gaza e Ucraina,” ha aggiunto Caso, mettendo in luce una disparità che suscita interrogativi etici e pratici.

In un momento in cui la crisi si aggrava, con le recenti dichiarazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu che preannuncia l’occupazione totale di Gaza, la situazione per molti giovani è diventata insostenibile. Antonio Caso ha dichiarato: “Per noi, le porte agli studenti palestinesi sono sempre aperte, ma questa deve essere considerata come una fase temporanea.” L’intento è quello di lavorare affinché ogni studente possa continuare a vivere e studiare nel proprio paese, se lo desidera, contribuendo a costruire un futuro per la Palestina libera.

Le prossime settimane saranno cruciali per comprendere come il governo italiano risponderà a questo appello e se i corridoi universitari diventeranno una realtà operativa. La speranza è quella di vedere un’azione concertata che non solo risponda a una crisi immediata, ma promuova anche un modello di solidarietà educativa per i giovani in difficoltà.

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