Fratelli Menendez: la verità che nessuno racconta sulla libertà vigilata | Perché il pubblico è diviso e preoccupato?

I fratelli Menendez restano in carcere: negata la libertà vigilata anche a Lyle

ROMA – Una nuova battuta d’arresto per i fratelli Menendez. Dopo che la libertà vigilata era stata negata a Erik, anche Lyle, il maggiore dei due, non potrà lasciare il carcere, dove si trova da oltre 30 anni per l’omicidio dei loro genitori nel 1989. Questo esito, peraltro, non stupisce, dato che entrambe le decisioni sono state emesse da commissioni differenti.

Indizi di rischio per la collettività sono stati citati dai giudici come motivazione principale per il diniego. Lyle Menendez, 57 anni, ha accumulato diverse infrazioni in carcere, tra cui l’uso non autorizzato di un telefono cellulare. “Mi ero convinto che questo non fosse un modo per danneggiare nessuno se non me stesso, violando le regole”, ha dichiarato Lyle. Tuttavia, il commissario Julie Garland ha affermato che, sebbene Lyle fosse “un detenuto modello sotto certi aspetti”, presentava ancora “tratti di personalità antisociali”.

Il sostegno della famiglia Menendez rimane forte e tangibile. Durante le udienze online, diversi familiari hanno preso posizione a favore dei due uomini. Tra di loro, la sorella del padre, Jose, attualmente al quarto stadio di cancro, ha espresso il proprio amore per il fratello, affermando: “Ho completamente perdonato Erik”.

Nonostante la decisione della Commissione, vi è una finestra di speranza per Erik e Lyle: potranno richiedere una revisione amministrativa tra un anno e, se la fortuna fosse dalla loro parte, potrebbero presentarsi nuovamente davanti alla Commissione per la libertà vigilata entro 18 mesi.

Infine, la famiglia Menendez ha rilasciato una nota di sostegno: “Sappiamo che sono brave persone che hanno lavorato per la loro riabilitazione e sono pentite”. I familiari continueranno a sostenerli, rimarcando l’importanza della loro presenza nella vita di chi li ama.