Gaza City: i sacerdoti rifiutano di fuggire | Un gesto di coraggio o una condanna a morte?

Sacerdoti e suore restano a Gaza City per offrire aiuto in un momento critico. Un appello alla pace e alla fine della violenza. 🕊️🙏

A cura di Redazione
26 agosto 2025 13:19
Gaza City: i sacerdoti rifiutano di fuggire | Un gesto di coraggio o una condanna a morte? -
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Verso l’Apocalisse: Pizzaballa e Teofilo III Annunciano la Resistenza a Gaza City

La situazione a Gaza City si fa sempre più drammatica, e la voce della Chiesa si alza in un accorato appello per la vita dei civili rimasti nella città. In un comunicato congiunto, il cardinale Pierbattista Pizzaballa e il patriarca greco ortodosso Teofilo III hanno confermato che i sacerdoti e le suore delle loro comunità hanno preso la decisone di rimanere a Gaza nonostante l’intensificarsi delle ostilità e le minacce di sfollamento forzato.

Lasciare Gaza City e fuggire verso sud equivarrebbe a una condanna a morte”, hanno dichiarato i Patriarchi, evidenziando la gravità della situazione e l’assenza di opzioni sicure per la popolazione. I due leader religiosi hanno ribadito la loro determinazione a restare con coloro che si trovano nei loro complessi religiosi, da tempo già utilizzati come rifugi per centinaia di civili, compresi molti vulnerabili, come disabili, anziani, donne e bambini.

L’Apocalisse è già Realtà

Il comunicato descrive l’atmosfera che aleggia su Gaza come una sorta di attesa dell’Apocalisse. “A Gaza si apriranno le porte dell’inferno: non è una minaccia, ma una realtà attuale,” hanno sottolineato, avvertendo della imminente offensiva israeliana e dei bombardamenti che già stanno devastando la città. I Patriarchi hanno richiamato l’attenzione sulla mobilitazione militare israeliana, confermata dai media, e sugli ordini di evacuazione emessi per diversi quartieri.

No allo Sfollamento Forzato

Nel loro messaggio, sono state ripetute le parole dell’ex-Papa Leone XIV, che aveva affermato come ogni popolo, anche il più piccolo e vulnerabile, debba essere rispettato. “Non vi è alcuna giustificazione per lo sfollamento deliberato di civili”, hanno continuato. I due Patriarchi hanno ribadito l’urgenza di porre fine alla spirale di violenza e alla guerra, invitando a dare priorità al bene comune e ai diritti fondamentali delle persone.

Appello alla Comunità Internazionale

La loro dichiarazione non è solo un grido di dolore, ma anche un forte appello alla comunità internazionale, affinché si faccia carico della situazione e intervenga per porre fine a questa “guerra insensata e distruttiva”. “È tempo che le famiglie di tutte le parti possano avviare percorsi di guarigione“, hanno concluso, richiamando alla riflessione e all’azione collettiva.

Lo sgomento del Cardinal Parolin

A supporto di questa posizione, il Cardinal Pietro Parolin ha espresso la sua incredulità di fronte agli eventi in corso a Gaza, definendoli un “non senso”. La sua osservazione sulla crescente complessità della situazione umanitaria a Gaza riflette la preoccupazione globale per la mancanza di soluzione e la devastazione in atto. La condanna della situazione da parte della comunità religiosa e internazionale è forte e continua a risuonare con urgenza.

Mentre il mondo osserva con ansia, i sacerdoti e le suore di Gaza City continuano la loro missione di assistenza ai vulnerabili, offrendo un barlume di speranza in un contesto di crescente disperazione.

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