Giornalisti uccisi a Gaza | Netanyahu si scusa, ma la verità è sotto attacco!

Tragedia a Gaza: 5 giornalisti uccisi in un attacco all'ospedale Nasser. Un dramma che deve essere raccontato. Scopri le loro storie. 📰💔

A cura di Redazione
25 agosto 2025 21:22
Giornalisti uccisi a Gaza | Netanyahu si scusa, ma la verità è sotto attacco! -
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Gaza, l’orrendo bilancio del conflitto: uccisi sei giornalisti in un raid dell’esercito israeliano

Roma – La crisi a Gaza ha toccato nuovi vertici di tragedia con l’uccisione di sei giornalisti in un attacco aereo contro l’ospedale Nasser martedì 25 agosto 2025. Un raid che ha causato la morte di 20 persone complessivamente, suscitando una condanna internazionale per l’ennesima aggressione contro un obiettivo civile.

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’incidente un “tragico errore”, esprimendo rammarico per la perdita di vite umane. Israele apprezza il lavoro dei giornalisti e del personale medico”, ha dichiarato, sottolineando la necessità di un’indagine approfondita sugli eventi. Tuttavia, il contesto rimane drammatico: gli operatori dell’informazione sono fondamentali per documentare ciò che accade nel paese, eppure, dall’inizio dei conflitti attuali, quasi 200 di loro hanno perso la vita in situazioni analoghe.

A far emergere la gravità del fatto è stata la lettera-testamento di Mariam Abu Daqqa, uno dei sei cronisti uccisi. “Figlio mio, tutto ciò che ho fatto era per te”, ha scritto la giornalista, evidenziando il rischioso compito cui si dedicava. Con solo 33 anni, Mariam aveva cercato di mettere in salvo il figlio di 12 anni, ma è stata catturata dalla violenza della guerra.

Tra gli altri giornalisti uccisi ci sono Hussam al-Masri, Mohamed Salama, Moaz Abu Taha e Ahmad Abu Aziz. Queste voci, che avevano il compito di raccontare le atrocità e la vera condizione della popolazione, sono ora silenziate. Hussam al-Masri, ad esempio, aveva mostrato al mondo le immagini strazianti di bambini gravemente denutriti.

L’agenzia Al Jazeera ha confermato che la morte di Salama rappresenta il decimo giornalista della rete a essere ucciso durante i conflitti nelle ultime due settimane. “Condanniamo questo crimine terribile – hanno affermato le autorità dell’emittente – che colpisce pesantemente la libertà di informazione”.

L’accaduto ha sollevato anche interrogativi sul trattamento dei giornalisti in territori di conflitto. Mentre Netanyahu tenta di minimizzare l’incidente, le immagini e le testimonianze di chi era presente al momento dell’attacco descrivono uno scenario inquietante. “Le forze di occupazione israeliane hanno preso di mira i giornalisti in una campagna sistematica”, ha denunciato il Sindacato dei giornalisti palestinesi, mettendo in luce un problema di grave portata.

Contesto ancora più aggravato è dato dalla registrazione che il sindacato ha pubblicato, dove si vedono i tentativi da parte di membri della difesa civile di recuperare i corpi degli operatori attraverso le macerie sotto il fuoco. La guerra prosegue in modo incessante, e con essa, il sacrificio di chi si impegna a informare il mondo.

Le immagini di questo drammatico evento stanno ormai facendo il giro del mondo, segnalando al pubblico che nella guerra, oltre ai soldati, ci sono anche i giornalisti, che si trovano spesso in prima linea. Mentre tali atrocità continuano a distruggere vite e a spezzare famiglie, la richiesta per una maggiore protezione e rispetto della professione diventa ogni giorno più urgente.

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