Panino fatale: la verità sul dramma del botulino che ha colpito una giovane studentessa | Sei sicuro di sapere cosa c'è davvero nel tuo cibo?
Studentessa salvata dal botulino grazie alla sorella. Un racconto toccante di coraggio e solidarietà che ha colpito tutta Italia. 💪💖

Studentessa salvata dal botulino: “Se mia sorella non mi avesse portata in ospedale, oggi non sarei viva”
ROMA – È una storia di coraggio e tempestività quella di Gaia Vitiello, una studentessa di 24 anni dell’Università Federico II di Napoli, che ha vissuto momenti drammatici a causa di un’intossicazione da botulino. “Se mia sorella Alessia non mi avesse trascinata in ospedale, oggi non sarei qui”, ha dichiarato Gaia in un’intervista al Corriere della Sera.
Il tragico episodio è avvenuto a Diamante, un evento che ha costretto l’International Streetfood Festival a cancellare tutte le attività previste in Calabria, innescando anche un giro di controlli più severi da parte dei Nas in tutto il Paese.
La Notte del Dramma
Tutto è iniziato la notte del 5 agosto. Gaia e i suoi amici, dopo una serata in discoteca, hanno deciso di fermarsi al food truck “Peppino”, dove hanno ordinato vari panini. “Loro lo hanno preso con maionese, salsiccia e patatine. Io ho aggiunto i broccoli, era la prima volta”, ricorda. Purtroppo, quell’innocuo spuntino si è rivelato fatale.
Dopo circa un’ora, Gaia ha cominciato a sentire dei fastidi che inizialmente ha scambiato per indigestione. Tuttavia, il giorno successivo i sintomi sono peggiorati vertiginosamente: difficoltà a deglutire, tremori e notizie in arrivo riguardanti possibili casi di botulino.
La Corsa Contro il Tempo
Con l’aiuto della sorella, Gaia si è recata d’urgenza alla clinica ‘Tirrenia’ di Belvedere Marittimo. Qui, i medici, rendendosi conto della gravità della situazione, hanno deciso di trasferirla nell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza. “Sono arrivata cosciente, ma sapevo che la situazione era grave. I medici sono stati eccezionali”, rivela la giovane.
Fortunatamente, la tempestività dell’intervento medico ha fatto la differenza. Il primario di Terapia Intensiva, Andrea Bruni, ha confermato che “la rapidità dell’intervento è stata decisiva”. L’antitossina, proveniente dalla farmacia militare di Taranto, è stata somministrata poche ore dopo il ricovero, salvando la vita a Gaia.
Un Appello alla Prudenza
Gaia, ora in fase di recupero, si sente fortunata e desidera lanciare un messaggio chiaro. “È fondamentale prestare attenzione a ciò che mangiamo e segnalare subito eventuali sintomi. La salute è la cosa più importante.” Le autorità sanitarie continueranno a monitorare la situazione, affinché eventi simili non si ripetano.
Questa tragica vicenda ha acceso un faro sui rischi legati al consumo di cibi non adeguatamente controllati, sottolineando l’importanza della vigilanza e della prontezza in situazioni potenzialmente letali.