Università italiane pronte a salvare vite da Gaza | Ma il governo ascolterà il loro appello?

Università italiane in prima linea per salvare gli studenti di Gaza. Semplificare bandi e creare corridoi è essenziale! 🌍✈️📚

A cura di Redazione
05 agosto 2025 14:04
Università italiane pronte a salvare vite da Gaza | Ma il governo ascolterà il loro appello? -
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Università italiane in prima linea per gli studenti di Gaza: un appello alla solidarietà

ROMA – I rappresentanti degli atenei italiani si mobilitano per sostenere gli studenti palestinesi di Gaza, gravemente colpiti dal conflitto in corso. questa iniziativa, intitolata “Appello per Gaza, costruiamo ponti con le università italiane”, è stata presentata oggi alla Camera dei Deputati, con l’intento di convincere il governo italiano a semplificare le procedure di accesso ai corsi universitari per studenti in difficoltà.

“L’università c’è e può salvare delle vite”, afferma Gilda Sportiello, deputata del Movimento 5 stelle (M5s), durante la conferenza stampa. Le università di Gaza, distrutte dai bombardamenti, hanno lasciato centinaia di studenti senza accesso all’istruzione. “Non si può ignorare che a Gaza c’è un genocidio”, prosegue Sportiello, evidenziando le difficoltà per gli studenti nel reperire documenti necessari per l’iscrizione, dato che molte istituzioni educative sono state rase al suolo.

La campagna chiede innanzitutto ai ministri Anna Maria Bernini e Antonio Tajani di “semplificare l’accesso ai bandi per gli studenti palestinesi” e di rivedere i requisiti burocratici, che in questo momento risultano scoraggianti. “A Gaza non c’è internet né elettricità”, sottolinea Sportiello, che chiede anche l’istituzione di corridoi universitari per garantire aiuti e supporto agli studenti bisognosi.

Le richieste non si fermano qui. Fausta Scardigno, docente dell’Università di Bari, critica la mancanza di cooperazione con l’Ambasciata italiana, che ostacola l’attivazione di visti umanitari per motivi di studio. “È inutile assegnare borse di studio se poi veniamo lasciati soli dalla rete diplomatica”, afferma, insistendo sull’importanza di unire gli sforzi per permettere agli studenti di accedere all’istruzione in sicurezza.

Anche Giusi Antonia Toto, docente all’Università di Foggia, evidenzia le difficoltà burocratiche nell’accesso ai bandi per il dottorato di ricerca, che richiedono livelli elevati di conoscenza della lingua italiana. “Possiamo risolvere questo ostacolo con le università, ma abbiamo bisogno di supporto per garantire servizi fondamentali per l’accoglienza”, avverte Toto.

Anna Giada Altomare, fondatrice della casa editrice Another Coffie Stories e promotrice dell’Appello, racconta storie di studenti determinati. “Aya ha vinto il bando e pochi giorni dopo ha perso il padre e il fratello. Ma ha promesso che partirà comunque”, afferma, dando voce a una realtà dolorosa ma incredibilmente resiliente. “Questi ragazzi continuano a scrivere sotto le bombe, e noi dobbiamo fare di tutto per sostenerli”.

Con oltre 1.100 studenti universitari uccisi e più di 200 docenti in sei mesi di conflitto, la situazione a Gaza è critica. Il movimento delle università italiane rappresenta non solo un atto di solidarietà, ma anche un tentativo concreto di costruire un futuro per una nuova generazione di studenti.

L’Appello per Gaza potrebbe dunque rappresentare un importante passo verso la ricostruzione di ponti, non solo tra le istituzioni educative, ma anche tra le culture e le comunità, in un momento di crisi profonda.

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