Cacciata da Flotilla per aver 'rivelato segreti': il caso della giornalista Francesca Del Vecchio | Cos'è veramente la sicurezza in missioni di aiuto umanitario?

Francesca Del Vecchio esclusa dalla Flotilla per aver "minato la sicurezza". Una storia che tocca il cuore del giornalismo e della libertà di stampa. 📸✊

A cura di Redazione Redazione
12 settembre 2025 18:18
Cacciata da Flotilla per aver 'rivelato segreti': il caso della giornalista Francesca Del Vecchio | Cos'è veramente la sicurezza in missioni di aiuto umanitario? -
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Cacciata la giornalista Francesca Del Vecchio dalla missione Flotilla: “Sei pericolosa”

Roma – 12 settembre 2025 – Un episodio che solleva interrogativi inquietanti sulla libertà di stampa: la giornalista de La Stampa Francesca Del Vecchio è stata allontanata dalla missione di Global Sumud Flotilla con l’accusa di essere una “giornalista pericolosa”. La sua esclusione è avvenuta su richiesta del direttivo, che ha ritenuto le sue attività potenzialmente dannose per la sicurezza della missione verso Gaza.

“Il mio obiettivo era raccontare la missione, luci e ombre”, scrive Del Vecchio in un articolo pubblicato oggi sul suo quotidiano. La reporter era stata invitata a unirsi alla spedizione da un’attivista e aveva già avviato una rubrica, “un diario di bordo”, per documentare le fasi preparatorie del viaggio. Durante i preparativi, tuttavia, ha dovuto affrontare una serie di misure di sicurezza rigorose, come la richiesta di lasciare i cellulari e di sottoporsi a controlli, giustificate da motivi di sicurezza.

Le tensioni sono emerse quando Del Vecchio ha notato di essere esclusa dalle chat di gruppo. La sua sospetta violazione della riservatezza ha portato a un incontro con un membro del direttivo, Simone, che le ha comunicato la decisione di espellerla: “Non possiamo fidarci di te, sei una giornalista pericolosa, hai detto al mondo dove si tiene il nostro corso”.

In un post su Facebook, Del Vecchio ha definito la sua esclusione “una sconfitta, non solo personale”. Ha sottolineato che è “stonato quando un giornalista diventa parte della storia, anziché narratore di esperienze altrui”, affermando che l’episodio merita attenzione per la sua implicazione nel dibattito sul ruolo e la percezione della professione giornalistica.

La risposta di Flotilla non si è fatta attendere. In una nota, il movimento ha annunciato di aver dato mandato ai propri legali di querelare il quotidiano Il Tempo per diffamazione, affermando che l’allontanamento della giornalista è stato una decisione presa nell’interesse della sicurezza e della coesione dell’equipaggio. “Gli allontanamenti sono stati decisi dai capitani a causa di violazioni di regole condivise”, si legge nella comunicazione, ribadendo che “garantire l’incolumità dell’equipaggio è la nostra priorità”.

Le polemiche hanno subito attirato l’attenzione della politica: il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha espresso la sua solidarietà a Del Vecchio, definendo “brutta censura” l’espulsione della giornalista. “Cacciare una giornalista dalla Flotilla è una scelta in contrasto con la natura stessa dell’iniziativa”, ha scritto Tajani sui social, enfatizzando l’importanza della libertà di stampa. Analoghi sentimenti sono stati espressi dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alberto Barachini, che ha sottolineato come il governo si schieri sempre a favore della libertà di informazione.

Il caso di Francesca Del Vecchio pone interrogativi sul delicato equilibrio tra sicurezza e libertà di stampa, un tema cruciale in un contesto sociale e politico in continua evoluzione. Mentre si avvicina la partenza della missione Flotilla, la comunità internazionale segue con attenzione gli sviluppi di questa vicenda, che sottolinea la complessità del reportage in scenari di conflitto e tensione.

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