Cecilia Sala: rinchiusa in Iran per 21 giorni | Il segreto choc che nessuno conosce!

Scopri la toccante storia di Cecilia Sala, arrestata in Iran per spionaggio. Una testimonianza di coraggio e resilienza che ti lascerà senza parole. 🇮🇷✨

A cura di Redazione
01 settembre 2025 14:08
Cecilia Sala: rinchiusa in Iran per 21 giorni | Il segreto choc che nessuno conosce! -
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Cecilia Sala: “Così mi hanno portata via e rinchiusa in Iran”

ROLMA – Una storia di prigionia e coraggio. Cecilia Sala, nota giornalista collaboratrice del Foglio e voce di Chora, ha rivelato le drammatiche esperienze vissute durante le tre settimane di detenzione nel carcere di Evin a Teheran. La sua testimonianza, pubblicata in un’intervista al Corriere della Sera con Aldo Cazzullo, getta luce su una realtà che tanti preferirebbero ignorare.

L’arresto traumatico è iniziato il 19 dicembre scorso. La Sala racconta che, mentre registrava un podcast, ha ricevuto una visita inaspettata. “Una porta che bussa due volte e poi il buio di un cappuccio calato sulla testa,” ricorda. Dopo aver aperto la porta in risposta a due colpi, le è stato portato via passaporto, soldi e telefono, per poi essere portata via in un’ignota direzione.

La sua detenzione è stata segnata da momenti di estrema brutalità. “Ti spogliano e ti fanno fare lo squat nuda”, è una delle frasi più impattanti del suo racconto. Sul pavimento del carcere, le bandiere americana e israeliana sono dipinte, costringendo i prigionieri a calpestarle. “Gli uomini vengono picchiati sistematicamente, le donne a volte bastonate,” prosegue Sala, descrivendo un ambiente in cui il dolore e la sofferenza sono all’ordine del giorno.

Condizioni inumane caratterizzano la vita nel carcere di Evin. La cella di Cecilia è un loculo di due metri in cui persino il tempo sembra sfuggire: “La luce è sempre accesa, il tempo si dilata”, osserva. La tortura psicologica è parte del piano degli interrogatori, progettati per soffocare la volontà dei detenuti. “È tutto studiato per spezzarti”, afferma con forza.

Durante gli interrogatori, gli agenti cercavano di estorcere confessioni di spionaggio. “Volevano che ammettessi di essere una spia, per avere un ‘valore’ maggiore in eventuali scambi,” spiega Sala, rivelando l’abilità con cui venivano condotti gli interrogatori, con qualcuno che parlava anche un perfetto italiano. “Se ti pieghi, è finita,” aggiunge, sottolineando i pericoli di una confessione forzata.

Dopo 21 giorni, Cecilia Sala è stata finalmente liberata. Nel ringraziare i suoi genitori, i funzionari dello Stato e la Premier Giorgia Meloni, ha affrontato anche le polemiche legate al suo rientro. “Ringrazio i miei genitori e le istituzioni, ma non ho tempo per rimanere a discutere delle priorità,” ha affermato, rispondendo alle critiche del noto giornalista Bruno Vespa.

Nonostante il trauma vissuto, la giornalista non esclude di tornare in Iran in futuro. “Sono sicura che prima di andare in pensione ci tornerò. E nel frattempo, la Repubblica islamica sarà caduta,” conclude con la determinazione che l’ha sempre contraddistinta.

Un racconto di coraggio e resilienza che ci riporta alla ribalta le sfide e le ingiustizie che tanti, come Cecilia Sala, devono affrontare in un mondo in cui la libertà di espressione è sempre più sotto attacco.

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