Omicidio di Saman: un piano freddo e calcolato | Scopri perché i genitori hanno scelto di ucciderla per la sua libertà!

Scopri le agghiaccianti motivazioni della Corte d'Appello sull'omicidio di Saman Abbas: un tragico piano familiare per negare la libertà 👩‍🦰⚖️

A cura di Redazione Redazione
09 settembre 2025 17:22
Omicidio di Saman: un piano freddo e calcolato | Scopri perché i genitori hanno scelto di ucciderla per la sua libertà! -
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L’omicidio di Saman Abbas: premeditato e pianificato dal clan familiare

Bologna – La sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Bologna ha chiarito che l’omicidio di Saman Abbas, la giovane pachistana uccisa tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021 a Novellara, è stato un crimine premeditato, concepito dai suoi genitori in collaborazione con il clan familiare. I magistrati hanno evidenziato che l’atto violento è stato motivato dalla volontà di Saman di vivere liberamente, in contrasto con i valori e il credo del nucleo familiare.

I giudici hanno condannato i genitori di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, all’ergastolo, insieme ai cugini Noman Ul Haq e Ikram Ijaz, mentre lo zio Danish Hasnain è stato condannato a 22 anni di carcere per omicidio, sequestro di persona e soppressione di cadavere. Il tribunale ha specificato che l’aggravante della premeditazione è stata dimostrata attraverso un “quadro probatorio” che indica una programmazione dettagliata da parte del clan, che riteneva inaccettabile la scelta di Saman di vivere in autonomia.

In prima istanza, i genitori erano stati condannati all’ergastolo, ma senza l’aggravante della premeditazione, mentre i cugini erano stati assolti. Questa volta, la Corte ha ritenuto fondamentale il riconoscimento della premeditazione, considerando che un crimine di tale gravità non può essere scaturito da decisioni improvvisate. Hanno quindi sottolineato come la pianificazione dell’omicidio fosse avvenuta nel corso di un periodo di tempo congruo.

Un aspetto centrale della sentenza riguarda le condotte dei genitori di Saman. I giudici hanno descritto il loro comportamento come “freddo e lucido”, citando il fatto che avevano accompagnato la loro figlia ignara nel luogo in cui sarebbe stata uccisa e che, successivamente, sono fuggiti senza mostrare alcun segno di pentimento.

La Corte si è poi soffermata sulla mancanza di credibilità nelle giustificazioni presentate dai convocati a processo. La testimonianza di un perito forense ha confermato che l’intervallo di tempo tra lo scavo della fossa e la sepoltura della vittima indicava una pianificazione ben oltre le ultime ore prima dell’omicidio. Inoltre, il fatto che il volo dei genitori per il Pakistan fosse stato taciuto a Saman e al resto della famiglia indica ulteriormente una strategia deliberata.

In conclusione, il tribunale ha stabilito che la decisione di uccidere Saman è stata una risposta alla sua aspirazione di indipendenza. La sentenza chiarisce che la “premeditazione condizionata” ha portato i genitori a considerare l’omicidio come l’unica opzione per preservare i propri valori e il proprio onore familiare. Un tragico epilogo che riporta alla luce il tema dei diritti delle donne e delle problematiche legate alle tradizioni culturali, un discorso che continua a sollevare interrogativi in un mondo che si muove verso una crescente modernizzazione.

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