Stellantis offre contratti da "pendolari balcanici" | È davvero il futuro degli operai italiani?

Stellantis propone ai dipendenti italiani un lavoro temporaneo in Serbia per salvare la produzione della Fiat Panda elettrica. Scopri di più! 🚗💼⚡️

A cura di Redazione
04 settembre 2025 14:37
Stellantis offre contratti da "pendolari balcanici" | È davvero il futuro degli operai italiani? -
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Stellantis e la Proposta di Trasferimento in Serbia: Un’Ulteriore Beffa per Gli Operai Italiani

ROMA – La multinazionale automobilistica Stellantis sta considerando una controversa soluzione per fronteggiare le problematiche produttive legate alla nuova Fiat Panda elettrica: trasferire i propri operai italiani in Serbia. Questa proposta, giunta in un momento di crisi per gli stabilimenti storici di Torino e Pomigliano, ha suscitato forti reazioni da parte dei sindacati.

Dopo l’assunzione di stipendiati provenienti anche dal Nepal, l’azienda si rivolge ora ai dipendenti in cassa integrazione, offrendogli contratti da “pendolari balcanici”. Queste trasferte, che potrebbero durare alcuni mesi, prevedono un compenso giornaliero e la possibilità di condividere un’auto a noleggio con due colleghi. Tuttavia, per molti, non si tratta di un’opportunità scintillante, ma piuttosto di un’opzione non desiderata in un contesto di crisi.

I sindacati italiani hanno reagito con durezza, considerandola l’ennesima dimostrazione del disinteresse di Stellantis per il mercato italiano. In Serbia, dove l’azienda ha già profittato di incentivi e salari contenuti, il governo ha messo in campo 48 milioni di euro per la riconversione dell’impianto di Kragujevac. Con tasse agevolate e costi energetici competitivi, Stellantis punta a produrre 500 vetture al giorno, ma fatica a reperire manodopera locale, dato che molti giovani scelgono di emigrare piuttosto che accettare un posto di lavoro in fabbrica.

La proposta di contratto ai lavoratori italiani è giunta subito dopo la firma di contratti di solidarietà, che hanno già comportato una riduzione degli orari e degli stipendi, misure che avrebbero dovuto garantire la stabilità degli impianti senza ricorrere ai licenziamenti. La promessa di riportare la produzione italiana a un milione di veicoli entro il 2030 sembra un traguardo sempre più irraggiungibile: nel 2024, Stellantis ha prodotto appena mezzo milione di veicoli, e le proiezioni per il 2025 sono ancora più preoccupanti.

In questo scenario, la richiesta dei rappresentanti sindacali è chiara: “Serve un cambiamento radicale, non trasferte d’emergenza camuffate da opportunità.” La questione solleva interrogativi sulla potenza economica e sociale della multinazionale nel nostro Paese e su quale sarà il futuro per migliaia di lavoratori che rischiano di vedersi negata la speranza di un rilancio produttivo in Italia.

Il dibattito è aperto e l’industria automobilistica italiana si trova di fronte a scelte critiche che potrebbero segnare il destino di un settore cruciale per l’economia nazionale. Resta da vedere se Stellantis deciderà di ascoltare il grido di allerta dei suoi impiegati o se continuerà sulla strada delle delocalizzazioni a tutela dei profitti.

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