Trentamila naufraghi ricordati in modo inaspettato | L'arte che sfida il silenzio della tragedia migratoria

Centinaia di manifesti a Roma ricordano i 30.000 naufraghi nel Mediterraneo. Un appello silenzioso per cambiare il finale di questa tragedia. 🌊🕊️

A cura di Redazione Redazione
27 settembre 2025 14:02
Trentamila naufraghi ricordati in modo inaspettato | L'arte che sfida il silenzio della tragedia migratoria -
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ROMA – A Roma, centinaia di manifesti anonimi sono comparsi nella notte in diverse zone della città, da Pigneto a San Lorenzo fino a Piazza Vittorio. I manifesti riportano la frase inquietante: ‘Trentamila naufraghi sotto i mari. Cambiamo il finale’. Un messaggio forte e chiaro, in un’epoca in cui il Mediterraneo è diventato un simbolo di tragedia per molti migranti.

Il numero di oltre 30mila vittime, registrato negli ultimi dieci anni, testimonia la drammaticitĂ  della situazione affrontata da coloro che tentano di attraversare le acque del mare. Queste perdite umane sono il risultato di politiche migratorie inadeguate e spesso disumane, che relegano la vita di molte persone a seconda scelta.

I manifesti, privi di qualsiasi sigla o QR code, si distaccano dalle consuete dinamiche di attivismo sociale, proponendo invece un semplice ma potente riferimento al romanzo di Jules Verne. L’assenza di rivendicazioni e simboli suggerisce una necessità di riflessione profonda piuttosto che una protesta convenzionale.

Nel desolante panorama delle morti in mare, l’auspicio di “cambiare il finale” si erge come un invito all’azione collettiva, per trasformare un cimitero di morte in un luogo di speranza e accoglienza. I cittadini romani ora si trovano a fronteggiare una realtà dal sapore amaro, incapsulata nei messaggi visivi disseminati nella loro città.

Con questo gesto silenzioso ma eloquente, i creatori dei manifesti sollevano una questione fondamentale: come possiamo, come societĂ , riscrivere il destino di migliaia di uomini e donne che cercano semplicemente una vita migliore? La risposta a questa domanda potrebbe determinare il futuro della nostra umanitĂ .

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