Velasco svela la verità | È davvero solo un allenatore o un mito in declino?

Velasco si svela: più che un guru, è un allenatore autentico. Vuole ridurre la sovraesposizione e mantenere il focus sullo sport.🏐✨

A cura di Redazione Redazione
11 settembre 2025 12:01
Velasco svela la verità | È davvero solo un allenatore o un mito in declino? -
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Velasco: “Quando mi dipingono come un guru, mi rompo i coglioni di quel me stesso”

ROMA – Julio Velasco, il cui nome è sinomino di eccellenza nel mondo della pallavolo, ha recentemente rilasciato un’intervista al Corriere dello Sport in cui esprime la sua frustrazione riguardo all’immagine che alcuni media hanno costruito attorno a lui. “Tante frasi che mi hanno attribuito non le ho mai pronunciate…”. Una frase che incapsula il suo desiderio di ridurre la sua esposizione pubblica, un desiderio che sembra ancor più pressante dopo aver condotto la nazionale femminile alla vittoria in un Mondiale memorabile.

Riflettendo sulla sua notorietà, Velasco si è paragonato a una figura letteraria: “Sento un po’ di essere Mister Gardener, Chance Giardiniere di ‘Oltre il giardino’. C’è addirittura chi pensa che io sia l’autore di un libro, ‘Il codice Velasco’, ma nemmeno Maradona ha mai giocato scalzo.” Un’autoironia che mette in luce quanto la realtà della sua vita sia stata distorta nel racconto collettivo. Nato in una famiglia della media borghesia, “mia madre era professoressa d’inglese…” ma il “mito” di un Velasco cresciuto nei vicoli della sua infanzia risulta del tutto infondato.

In un’epoca in cui le personalità pubbliche sono spesso confuse con le loro immagini, Velasco avverte il rischio di perdere la vera essenza: “Quando il personaggio prevale sulla persona non è l’inizio del declino… Se finisce per crederci, io sono semplicemente un allenatore di pallavolo.” Con questo commento, Velasco ci ricorda che il vero valore di uno sportivo deve essere misurato attraverso i risultati e non attraverso un’aura costruita attorno alla sua figura.

Anche se la notorietà è parte integrante della sua carriera, “avrei intenzione di sparire per un po’.” Con una chiara intenzione di evitare una sovraesposizione che può facilmente diventare opprimente, il coach si confronta con una cultura mediatica radicalmente cambiata. “A quei tempi era più semplice selezionare. Oggi qualsiasi cosa tu faccia finisce sui social.”

La sua carriera nel calcio ha affrontato diverse sfide, e Velasco non è estraneo alle difficoltà. Ricorda uno degli anni più critici della sua carriera: “Mi fermai un anno dopo la Lazio… e feci lo stesso dopo l’Inter.” Il suo occhio attento ai segnali del mercato e ai problemi interni lo ha sempre guidato nel prendere decisioni sagge, come nel caso della sua uscita da entrambe le squadre.

Concludendo l’intervista, Velasco sembra desiderare un ritorno alla sua essenza, per essere non solo un nome, ma un allenatore preparato, dedicato e appassionato, lontano dalla sovraesposizione mediatica e dall’immagine distorta frequentemente presentata. La sua posizione offre uno spunto di riflessione prezioso su come la fama e le aspettative possano influenzare la vera natura degli individui e sulle sfide che comporta la vita sotto i riflettori.

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