Hotel in rivolta per il drammatico aumento della tassa di soggiorno | Il governo è davvero sordo alle richieste delle imprese?
Hotel in allerta per l'aumento della tassa di soggiorno! Le imprese chiedono al governo di rivedere le misure fiscali e di investire nel turismo. 🏨💰📈


Hotel in rivolta contro l’aumento della tassa di soggiorno: “Il governo intervenga”
BOLOGNA – Le associazioni di categoria del settore turistico si fanno sentire forte e chiaro, mostrando il loro discontento nei confronti dell’annunciato incremento della tassa di soggiorno. “Le imprese e i cittadini sono in attesa di una riduzione della pressione fiscale, come è stato più volte promesso,” affermano uniti Confindustria Alberghi, Assohotel, Faita e Federalberghi. La recente comunicazione del Consiglio dei ministri, che preannuncia la proroga per il 2026 delle misure incrementali su questa tassa, ha sollevato un forte allarme.
Secondo gli esperti, rinnovare l’incremento di due euro, inizialmente previsto solo per l’anno giubilare, comporterebbe un aumento significativo dell’imposta, che potrebbe variare tra il 20% e il 40%. Ad esempio, si stima che chi attualmente paga 10 euro potrebbe trovarsi a sborsare 12, mentre chi paga 5 euro potrebbe arrivare a 7 euro. Un carico economico che le organizzazioni non possono ignorare, specialmente in un momento già critico per il settore.
Ma ciò che preoccupa di più è l’ipotesi di aumenti astronomici nei comuni che ospiteranno le Olimpiadi e Paralimpiadi invernali, con un possibile incremento del 140% dell’imposta, passando da 5 a 12 euro. Un dato definito “stellare” dai rappresentanti delle imprese turistiche, che auspicano una correzione immediata in fase di rielaborazione della manovra.
Inoltre, le associazioni chiedono al Governo di non aggravare ulteriormente la pressione fiscale, evidenziando la necessità di garantire che parte del gettito venga destinato alla riqualificazione delle strutture turistiche. Questo, in ottemperanza alla legge vigente, che risulta spesso disattesa dai comuni. La deliberazione di tali provvedimenti, secondo le imprese, aggraverebbe ancor di più gli oneri amministrativi e finanziari legati alla riscossione dell’imposta.
L’appello di queste organizzazioni non è solo una questione di costi, ma riguarda anche la sostenibilità e il futuro del turismo in Italia. Il settore, già provato da sfide enormi come la pandemia e l’aumento dei costi energetici, chiede sostegno per una ripresa che possa divenire sostenibile e duratura.
Con la scadenza della legge di bilancio ormai imminente, il destino di tanti operatori turistici e delle loro attività rimane appeso a un filo. La speranza è che il governo possa ascoltare le richieste del settore e operare cambiamenti che possano favorire un approccio più equilibrato e favorevole per tutti.